News Indici e quotazioni Piazza Affari ai minimi da settembre 2013, Ftse Mib chiude a -2,8%. Banche a picco

Piazza Affari ai minimi da settembre 2013, Ftse Mib chiude a -2,8%. Banche a picco

Pubblicato 3 Febbraio 2016 Aggiornato 19 Luglio 2022 15:50
Piazza Affari ha chiuso in deciso ribasso con l'indice Ftse Mib che ha parzialmente recuperato sul finale dai minimi intraday toccati a 17.141 punti, livelli che non si vedevano dal settembre 2013. Il paniere principale di Milano ha chiuso con un tonfo del 2,84% a 17.412 punti, dopo aver rotto questa mattina il supporto in area 17.800 punti. Non si arrestano le vendite sui titoli del comparto bancario, il più penalizzato in questo inizio d'anno deludente per Piazza Affari. A Wall Street gli indici azionari hanno recuperato terreno in scia al rimbalzo del petrolio, che si è riportato sopra la soglia dei 31 dollari al barile. Le vendite si erano già viste questa mattina sulle principali piazze asiatiche, in particolare a Tokyo, dove il Nikkei ha perso oltre 3 punti percentuali pagando il rafforzamento dello yen.

È proseguita l'ondata di vendite sui titoli del comparto bancario. La maglia nera è stata indossata da Banco Popolare (-10% a 7,99 euro) dopo le notizie contrastanti comparse sulla stampa circa la possibilità di una fusione con Bpm. Da un lato Il Messaggero ha parlato di passi avanti in vista del vertice di domani tra Pierfrancesco Saviotti e Giuseppe Castagna che potrebbe essere seguito da una formalizzazione del negoziato il 14 febbraio o più probabilmente il 21 febbraio. Di contro La Stampa ha scritto di una frenata nelle trattative con degli scogli sul fronte governance, con quindi ancora spiragli aperti per Ubi Banca. In profondo rosso anche gli altri titoli del settore: Popolare di Milano ha ceduto il 5,71% a 0,677 euro, Bper l'8,28% a 4,586 euro, Montepaschi il 6,66% a 0,546 euro, Intesa SanPaolo il 5,25% a 2,344 euro, Ubi Banca l'8,98% a 3,706 euro e Unicredit il 5,93% a euro.

In casa del Lingotto deludente performance di FCA, che ha mostrato un tonfo del 4,01% a 5,98 euro, mentre Ferrari (-0,15% a 32,95 euro) ha limitato i danni dopo lo scivolone di ieri a seguito della diffusione dei conti 2015 e della guidance per il 2016.