Notizie Notizie Italia Mps: via al tetto 4% per i soci privati. Briamonte estromesso dal Cda

Mps: via al tetto 4% per i soci privati. Briamonte estromesso dal Cda

18 Luglio 2013 13:35

L’assemblea straordinaria di Monte dei Paschi di Siena ha abolito il tetto al 4% del diritto di voto per i soci privati della banca senese con una maggioranza del 98,88% dei presenti, pari al 53,7% del capitale sociale. La decisione è giunta al termine di un lungo dibattito, nel quale alcuni soci hanno chiesto anche un rinvio della delibera in attesa del rinnovo dei vertici della Fondazione Mps che avverrà a fine luglio.

A larga maggioranza l’assemblea ha inoltre deciso di estromettere Michele Briamonte dal consiglio di amministrazione della banca, accogliendo così la proposta avanzata dal socio Paolo Emilio Falaschi. A votare a favore di questa decisione sono stati azionisti aventi l’80% delle azioni ammesse al voto. Contrari sono stati solo lo 0,16% delle azioni ammesse al voto. Briamonte, avvocato torinese che era stato nominato nel Cda su indicazione di alcuni soci istituzionali e fondi esteri, era attualmente sospeso dall’incarico dopo essere stato interdetto lo scorso 22 maggio per due mesi da un’ordinanza del Gip del tribunale di Siena. Alla base dell’ordinanza del tribunale vi era l’accusa di insider trading che aveva coinvolto alcune personalità vicine all’istituto di credito toscano.

Faremo il massimo per mantenere l’indipendenza della banca. Potete crederci o no, ma questo è il nostro obiettivo: fare gli interessi di tutti gli azionisti, quindi anche della Fondazione”. Lo ha detto Alessandro Profumo, presidente di Monte dei Paschi di Siena, durante il suo intervento all’assemblea straordinaria dell’istituto senese. “Purtroppo non ci sono nuovi azionisti all’orizzonte, anche perchè ancora nessuno è andato in giro a cercarli”, ha poi aggiunto Profumo, spiegando che la ricerca sarebbe stata impossibile vista l’incertezza della situazione con il piano industriale all’esame della Commissione europea e il rimborso degli interessi dei Monti bond. Il numero uno di Rocca Salimbeni ha poi affermato che il mantenimento della sede a Siena è subordinata all’indipendenza della banca: “La volontà di tenere la banca a Siena è una volontà anche di questo Cda. Se non avremo la capacità di restituire i 4 miliardi di Monti bond, la banca verrebbe nazionalizzata e questo obbligherebbe il Governo a fare cessione a terzi dell’intera o di pezzi della banca. Sono convinto – ha aggiunto – che la banca puo’ restare autonoma se ha la base di capitale sufficiente”.

la Fondazione è stata pesantemente ingannata e danneggiata“. Così invece il presidente della Fondazione Mps, Gabriello Mancini intevenendo all’assemblea, per il quale “si è venuta a stagliare una situazione che vede da un lato l’emersione di soggetti ingannatori e, dall’altro, l’amara sorpresa dei soggetti ingannati. In primis è stata ingannata la stessa Banca, così come lo è stata l’intera Comunità senese“. Mancini ha poi definito “indifferibile e non evitabile” la scelta di rimuovere il limite massimo al possesso azionario, pari al 4% del capitale, imposto ai soci diversi dalla Fondazione. L’Ente, ha spiegato, “ha valutato che tale proposta risponde, anzitutto, alla richiesta formulata dalla Banca d’Italia alla Banca Mps di provvedere quanto prima alla necessaria patrimonializzazione della banca”.

Inoltre, “la Fondazione ha preso atto di una comunicazione che lo scorso 13 giugno il Mef ha indirizzato a Banca Mps e per conoscenza alla Banca d’Italia, con la quale ha confermato che ‘la Repubblica Italiana sarà chiamata ad assicurare il rispetto degli impegni richiesti a Banca Mps dalla Commissione Europea, tra i quali la convocazione dell’assemblea straordinaria della Banca nel corso del mese di luglio per rimuovere il limite di possesso azionario del 4% previsto dall’art. 9 dello Statuto sociale’. In caso di inosservanza degli obblighi assunti, questo il caveat del Mef, ‘la Commissione Europea potrebbe ritenere i Nuovi Strumenti Finanziari sottoscritti dal Ministero dell’Economia e delle Finanze non compatibili con il quadro comunitario in materia di aiuti di Stato e disporne il recupero’.

“In merito alle esigenze di patrimonializzazione della Banca, va sottolineato – ha proseguito Mancini – ancora una volta che gli strumenti finanziari governativi sono stati emessi per colmare il deficit di capitale individuato in base al computo prescritto dall’Eba; deficit quasi esclusivamente collegato alla valutazione del portafoglio di titoli di stato italiano, non più considerati sicuri come un tempo dall’autorità di vigilanza europea. Peraltro, si tratta di una valutazione decisamente penalizzante in quanto effettuata in un periodo di particolare stress dei mercati finanziari. In tale contesto va da sé che la denunciata carenza di capitale potrebbe essere ampiamente riassorbita sia in caso di auspicabile miglioramento della percezione del Rischio Italia, sia attraverso la generazione endogena di valore”.

Mancini ha poi auspicato “che si possa conseguire una base azionaria stabile e con un orizzonte di investimento di lungo periodo che, al di fuori da ogni logica meramente speculativa, rispetti i valori fondanti che hanno da sempre ispirato il modo di fare banca del Monte: centralità del cliente, legame con il territorio, professionalità e competenza nei servizi prestati”. “La Fondazione continuerà a monitorare le scelte che saranno adottate dal management per raggiungere al più presto livelli di redditività adeguati per il terzo Gruppo bancario italiano e migliorare la capacità di generare valore per gli azionisti”.