Notizie Notizie Italia Italia, Bce: “nessun bisogno di intervenire”. Ma CDS scontano già maxi downgrade rating a “junk”

Italia, Bce: “nessun bisogno di intervenire”. Ma CDS scontano già maxi downgrade rating a “junk”

30 Maggio 2018 15:44

La Bce di Mario Draghi si smarca dalla grave crisi istituzionale che ha colpito l’Italia.

No. Così risponde, anche se in via non ufficiale, all’interrogativo che sta assillando gli operatori di mercato da giorni: Mario Draghi & Co. hanno intenzione o no di intervenire per salvare l’Italia dagli attacchi speculativi che si stanno accanendo contro i suoi asset?

“Nessuna banca centrale reagirebbe a eventi che si sono manifestati nell’arco di pochi giorni”, spiega una fonte interpellata da Reuters, mentre la banca centrale diretta interessata si chiude nel massimo riserbo.

La fonte puntualizza: “la Bce non ha gli strumenti nè dispone del mandato per risolvere quella che è una crisi politica italiana”.

Dunque?

Dunque arriva l’alert di Pimco, il fondo obbligazionario numero uno al mondo, che consiglia agli investitori di shortare i BTP. Secondo Andrew Balls, responsabile investimenti della divisione di reddito fisso globale di Pimco, al momento “i bond italiani non offrono un premio sufficiente a compensare il rischio – sebbene non elevato – che l’Italia esca dall’euro”.

Balls puntualizza:

“Non stiamo dicendo che l’Italia uscirà dall’euro ma non c’è bisogno che la minaccia sia tanto alta per chiedere una adeguata protezione contro il rischio”.

Per l’esperto, che ha parlato ai giornalisti nel corso di un briefing a Londra, l’Italia rischia inoltre davvero di uscire dall’area euro, non tanto formalmente, ma piuttosto in termini di accesso alle istituzioni dell’Eurozona.

Intanto, i mercati dei cds (credit default swap, contratti per assicurarsi contro il rischio di default di un paese) stanno già scommettendo sul rischio che l’Italia venga colpita da un massiccio downgrade, che faccia crollare il rating a “junk”, ovvero al livello spazzatura. E’ questo, almeno, quanto emerge dal trend del parametro MDS (Market Derived Signal Score), che si basa sui cds rilevati dalla divisione Capital IQ di S&P.

L’MSD, riporta Reuters in un articolo dedicato all’Italia, sconta uno scenario di debito pubblico italiano valutato a B+, al di sotto della valutazione attuale di investment grade, pari a BBB.

Tutto questo, mentre il leader della Lega Matteo Salvini auspica il ritorno immediato alle urne (non a luglio, comunque), sbattendo la porta in faccia a Luigi Di Maio, che aveva rilanciato l’ipotesi di un governo M5S-Lega, offrendo una sorta di ramoscello di ulivo al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Presidente della Repubblica che solo qualche giorno fa lo stesso Di Maio aveva detto di voler sottoporre a un procedimento di impeachment.

Le frasi di Salvini sembrano decretare, almeno per adesso, la fine dell’incantesimo tra il M5S e la Lega.

In questa situazione politica che si fa sempre più confusa, e in cui comunque il governo di Carlo Cottarelli viene dato già per morto, la Bce rivela che, nel mese di aprile, le banche italiane hanno continuano a fare shopping di BTP, per il quarto mese consecutivo.

Precisamente, gli istituti italiani, i cui titoli sono stati tra l’altro tramortiti nelle ultime sessioni dai sell scatenati proprio dalla paura del doom loop (abbraccio mortale banche-BTP) hanno acquistato ulteriore debito pubblico per un valore di 6,5 miliardi di euro. Si tratta del quarto mese consecutivo di acquisti di BTP da parte del settore bancario italiano.

Il trend contrasta decisamente con quello della Spagna. Le banche iberiche hanno ridotto la loro esposizione verso i Bonos il mese scorso, vendendo titoli di Stato per 12,7 miliardi di euro, dopo averne smobilizzati altri a marzo, per 5,8 miliardi.

Ma davvero la Bce di Mario Draghi rinuncerà alla famosa frase “whatever it takes”, lasciando che l’Italia soccomba sotto il fuoco nemico della speculazione? Cosa pensa davvero Draghi di tutto quello che sta accadendo in Italia?

Il suo nome è stato recentemente messo in relazione ai problemi italiani dal magazine tedesco Der Spiegel. Nello stesso articolo in cui ha definito gli italiani “scrocconi e fannulloni”, der Spiegal ha lanciato un affondo contro Draghi, descrivendolo come l’uomo che “ha fornito l’arma che l’Italia punta contro i suoi vicini”.

Il nome dell’arma? Semplice: il piano di Quantitative easing che secondo molti critici soprattutto tedeschi, è stato soprattutto uno scudo per proteggere i BTP. Non per niente, circola un grafico che dimostra come, di fatto, gli acquisti di BTP che la Bce ha effettuato rispetto alla regola del capital key siano stati superiori rispetto agli acquisti di altri titoli dell’Eurozona.