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Energia: Messico verso apertura dell’industria petrolifera

13 Agosto 2013 09:07
Una svolta storica per il Messico e per l’industria petrolifera mondiale. Il Paese sudamericano ha intenzione di mettere fine al monopolio statale, durato 75 anni, sulla produzione di gas e petrolio. Ieri è stato presentato il progetto di legge che prevede di aprire alle aziende private il settore e l’azienda di Stato Pemex. Un percorso che non si prospetta facile, sia in Parlamento sia nelle piazze. 
Ieri il presidente del Messico, Enrique Pena Nieto, ha annunciato di aver presentato al Senato il disegno di legge per la riforma energetica, la prima grande riforma dopo quella di Lázaro Cardenas. Il progetto prevede la possibilità di offrire contratti di sfruttamento delle riserve petrolifere alle compagnie internazionali, mantenendo però la proprietà delle risorse del sottosuolo e agendo come controllore e regolatore delle attività di esplorazione e produzione attraverso i suoi organi decentrati (la Comisión Nacional de Hidrocarburos e la Comisión Reguladora de Energía).
Per quanto riguarda Pemex, considerato il gioiello del Paese da quando fu nazionalizzata nel 1938, il presidente Pena Nieto ha assicurato che rimarrà messicana al 100%. “Non si venderà e non si privatizzerà”, si legge nella nota diffusa dal presidente messicano. Tuttavia, la società petrolifera pubblica potrà avviare partnership con società private, per la produzione e l’esplorazione petrolifera. In base all’emendamento costituzionale proposto, dunque, la Pemex potrebbe costituire joint venture con ditte private ed investitori stranieri.
Alcuni colossi petroliferi, come Exxon Mobil, Chevron e Royal Dutch Shell, hanno già detto che sarebbero pronti ad investire in Messico nel caso il Congresso decidesse di approvare la riforma. Ma l’apertura del settore nel Paese sudamericano sarebbe una buona notizia anche per le società italiane. Come Tenaris. “Sarebbe una notizia positiva per Tenaris, in quanto migliorerebbe l’outlook nel medio-lungo termine sul business in Messico che rappresenta il 10% del fatturato del gruppo”, hanno scritto ieri gli analisti di Equita. I vertici di Tenaris, durante la presentazione dei risultati del secondo trimestre, hanno fatto sapere che se la riforma venisse approvata è più probabile un aumento graduale del fatturato nel periodo 2014-2015.
Tuttavia, il percorso si presenta lungo e tortuoso. In Parlamento, perché occorre modificare alcuni articoli della Costituzione del Paese e in particolare l’articolo 27 (ma anche il 25 e il 28). Nelle piazze, perché Pemex è considerata simbolo del Messico e orgoglio nazionale. Eppure, stando a quanto dice Pena Nieto, la riforma sembra essere inevitabile con i conti di Pemex in rosso, ormai da molto tempo, e la mancanza di investimenti e tecnologie per accedere alle riserve di shale gas e di petrolio offshore nelle acque profonde del Golfo del Messico.