Rubriche e analisi Dividend yield, la classifica del Ftse Mib: chi rende di più e chi meno (05/09/24)

Dividend yield, la classifica del Ftse Mib: chi rende di più e chi meno (05/09/24)

5 Settembre 2024 14:39

I dividendi rappresentano per gli investitori una fonte di rendimento stabile e sicura, poiché garantiscono flussi in entrata anche in fasi di mercato volatili e incerte. Pertanto, i titoli in grado di pagare cedole elevate sono particolarmente appetibili per chi investe nel mercato azionario. Vediamo quali sono le società del Ftse Mib, le più importanti di Piazza Affari, che offrono le opportunità più interessanti in termini di dividend yield.

L’importanza dei dividendi nel contesto macro attuale

Lo scenario attuale è caratterizzato da un progressivo, seppur incostante, processo disinflazionistico che sta convincendo sempre più le banche centrali ad allentare la politica monetaria, dopo diversi mesi di inasprimento.

La prossima settimana (il 12 settembre) si riunirà la Bce, da cui è previsto un taglio dei tassi di 25 punti base, il secondo dopo quello effettuato a giugno. Pochi giorni dopo (17-18 settembre) toccherà alla Federal Reserve, che abbasserà il costo del denaro per la prima volta dal 2020, ma in questo caso l’entità della riduzione è ancora incerta. Gli operatori optano per un taglio da 25 bp, ma molto dipenderà anche dai dati di domani sul mercato del lavoro a stelle e strisce. Un marcato raffreddamento dei nonfarm payrolls o un’altra sorpresa dal tasso di disoccupazione potrebbero rafforzare la tesi di una mossa da 50 bp, per non rischiare di indebolire eccessivamente l’economia con tassi elevati troppo a lungo.

In ogni caso, la prospettiva di un marcato allentamento della politica monetaria nei prossimi mesi accresce l’attenzione per il mercato azionario e l’importanza dei dividendi, in grado di offrire rendimenti stabili e una fonte di reddito diretta e affidabile, in vista di una normalizzazione delle cedole obbligazionarie.

Inoltre, tensioni geopolitiche e incertezze economiche potrebbero aumentare la volatilità sui mercati, spingendo gli investitori alla ricerca di strumenti di mitigazione del rischio. In tal senso, le azioni che pagano corposi dividendi diventano estremamente appetibili.

Cos’è il dividend yield

Per valutare la bontà dei dividendi pagati da una società gli investitori non devono guardare solo all’ammontare della cedola, ma anche e soprattutto al suo rendimento, espresso dal dividend yield: un valore percentuale determinato attraverso il rapporto tra il dividendo unitario pagato da una determinata azione e il prezzo di mercato dell’azione stessa.

La formula per il calcolo del dividend yield è dunque: (Dividendo Annuale per Azione / Prezzo Attuale dell’Azione) × 100

Questo parametro, così come tutti i principali multipli, viene particolarmente utilizzato nell’analisi comparativa con l’obiettivo di confrontare il posizionamento di un’impresa rispetto ad altre. Più è elevato il dividend yield, migliore è il giudizio sulla capacità dell’azienda di remunerare il capitale investito. Tuttavia, è bene tenere presente che esso rappresenta una misura statica di rendimento e non tiene conto del rischio d’impresa.

Ftse Mib, la classifica dei dividend yield

Il dividend yield rimane un indicatore fondamentale per gli investitori, essendo un segnale diretto della capacità di un’azienda di generare un ritorno per gli azionisti rispetto al prezzo corrente delle sue azioni. Nel contesto attuale di Piazza Affari, diverse aziende si distinguono per i loro rendimenti elevati. Nella tabella sottostante i titoli del Ftse Mib vengono ordinati in maniera decrescente sulla base del Dividend yield, quindi dal titolo che vanta il rendimento più alto a quello più contenuto.

Al vertice della classifica troviamo Stellantis con un dividend yield del 10,6%, grazie a un dividendo per azione complessivo di 1,55 euro e complice la discesa dei prezzi dell’ultimo periodo. Banco BPM segue con un rendimento del 9,3% e un dividendo per azione di 0,56 euro. Banca Popolare di Sondrio si posiziona al terzo posto con un dividend yield dell’8,2%, fuori da podio Intesa Sanpaolo con un rendimento del 7,9%.

In coda alla classifica troviamo invece Ferrari (0,6%), Campari e Interpump (0,8% per entrambe).

Titolo Ultimo prezzo (€) Dividendo per azione (€) Dividend yield Prossimo dividendo stimato (€) Variazione stimata Dividendo a/a
Stellantis 14,61 1,5500 10,6% 1,3840 -10,7%
Banco BPM 6,02 0,5600 9,3% 0,6320 12,9%
Bca Pop Sondrio 6,87 0,5600 8,2% 0,5200 -7,1%
Intesa Sanpaolo 3,75 0,2960 7,9% 0,3530 19,3%
Mediobanca (**) 15,10 1,0700 7,1% 1,2400 15,9%
Italgas 5,15 0,3520 6,8% 0,3820 8,5%
Eni 14,25 0,9400 6,6% 1,0380 10,4%
Poste italiane 12,35 0,8000 6,5% 1,0130 26,6%
Banca Mediolanum 11,10 0,7000 6,3% 0,7770 11,0%
Azimut 22,19 1,3800 6,2% 1,5170 9,9%
Snam 4,56 0,2820 6,2% 0,3000 6,4%
Enel 6,97 0,4300 6,2% 0,4660 8,4%
BPER Banca 4,93 0,3000 6,1% 0,5160 72,0%
Generali Assicurazioni 25,00 1,2800 5,1% 1,4600 14,1%
Banca MPS 5,09 0,2500 4,9% 0,7430 197,2%
A2A 2,06 0,0958 4,7% 0,1000 4,4%
Tenaris (*) 13,09 0,6000 4,6% 0,6350 5,8%
FinecoBank 15,65 0,6900 4,4% 0,7360 6,7%
Inwit 10,97 0,4800 4,4% 0,5480 14,2%
Terna 7,98 0,3396 4,3% 0,3720 9,5%
ERG 24,36 1,0000 4,1% 1,0350 3,5%
Hera 3,52 0,1400 4,0% 0,1500 7,1%
Unipol Gruppo 9,70 0,3800 3,9% 0,7060 85,8%
Pirelli&C 5,47 0,1980 3,6% 0,2830 42,9%
UniCredit 36,96 1,0829 2,9% 2,6370 143,5%
Iveco Group 8,93 0,2200 2,5% 0,5250 138,6%
Recordati 51,60 1,2000 2,3% 1,4770 23,1%
Moncler 50,78 1,1500 2,3% 1,3380 16,3%
Leonardo 20,59 0,2800 1,4% 0,3280 17,1%
STMicroelectronics (*) 26,69 0,3600 1,3% 0,3010 -16,4%
Prysmian 61,72 0,7000 1,1% 0,8950 27,9%
Diasorin 103,30 1,1500 1,1% 1,0830 -5,8%
Brunello Cucinelli 84,20 0,9100 1,1% 1,1310 24,3%
Amplifon 28,14 0,2900 1,0% 0,3710 27,9%
Interpump Group 38,18 0,3200 0,8% 0,3510 9,7%
Campari 8,02 0,0650 0,8% 0,0740 13,8%
Ferrari 429,00 2,4430 0,6% 2,9940 22,6%
Nexi 6,32 0,0220
Saipem 1,91 0,0700
Telecom Italia 0,24 0,0010

(*) Dividendo in dollari

(**) Il dividendo di 0,85 euro è riferito all’esercizio chiuso il 30 giugno 2023

Fonte: Bloomberg, elaborazione Ufficio Studi FOL, dati al 5 settembre 2024

L’impatto dei dividendi sul Ftse Mib

Il Ftse Mib, come la maggior parte degli indici, è un price index. Viene dunque calcolato sommando le capitalizzazioni di mercato di tutte le società che ne fanno parte, ma senza tenere conto dei dividendi, che vengono distribuiti e non reinvestiti. Motivo per cui la performance del Ftse Mib non riflette pienamente il ritorno per gli investitori, considerando solo l’apprezzamento in conto capitale (capital gain) e non il rendimento da dividendi.

Più nel dettaglio, il giorno dello stacco della cedola i titoli inclusi nell’indice subiscono nominalmente un deprezzamento, teoricamente pari al dividendo pagato; poiché Piazza Affari è una delle Borse più generose al mondo in termini di dividendi (mediamente del 3-4% annuo), nel lungo periodo questo effetto finisce per pesare sul Ftse Mib.

Per ovviare a questo problema e rappresentare più correttamente la remunerazione totale dell’indice, è possibile prendere come riferimento la versione Total Return del Ftse Mib calcolato prendendo in considerazione il reinvestimento di dividendi.