Commodity della settimana: metalli preziosi rubano la scena. Oro vola sui massimi storici

Riflettori puntati sui metalli preziosi, con l’oro che questa settimana ha toccato un nuovo livello di massimo assoluto. Segue l’argento che ritorna sui livelli di massimo relativo ad un mese e va all’attacco di importanti resistenze. Tra i principali fattori che hanno mosso la spinta rialzista di questi giorni le tensioni in Medio Oriente, che generano ancora preoccupazione e nervosismo sui mercati con l’eventuale reazione iraniana agli attacchi di Israele a tenere banco. Da tenere monitorato anche il cambiamento nella politica monetaria di Fed e Bce, che potrebbero aprire a scenari più accomodanti nel prossimo futuro a fronte di dati inflazionistici migliori e di una potenziale perdita di forza del dollaro.
Tra geopolitica e politica monetaria: gli impatti sui metalli preziosi
Metalli preziosi a prendersi la scena in queste sedute di agosto, con oro ed argento a segnare la strada. Sono diversi i fattori che hanno portato a questo nuovo impulso, principalmente riconducibili alle proprietà di bene rifugio piuttosto che alle qualità intrinseche di questi metalli. In particolare, a tenere alta l’incertezza sui mercati è ancora una volta il Medio Oriente, dove l’Iran continua a minacciare una risposta agli attacchi del 31 luglio da parte di Israele che hanno portato all’uccisione del leader di Hamas, Haniyeh. Gli addetti ai lavori osservano interessati gli sviluppi, in quanto se le tensioni dovessero intensificarsi portando ad un’escalation, è probabile che gli investitori cerchino di proteggere i loro capitali acquistando oro ed argento. Risvolti rilevanti si avrebbero qualora lo scontro comporti rallentamenti sull’economia globale gettando ulteriori ombre di inflazione e recessioni, incentivando ulteriormente la domanda di metalli preziosi con conseguente spinta al rialzo sul livello dei prezzi.
Altro fattore particolarmente rilevante da monitorare è la politica monetaria che Fed e Bce intendono applicare nei prossimi mesi. Un eventuale taglio dei tassi di interesse induce effetti su molteplici fronti: riduce i rendimenti delle obbligazioni e di altri strumenti a reddito fisso, e potrebbe portare a un indebolimento del dollaro. La prima considerazione da fare è quella che minori rendimenti da investimenti in titoli obbligazionari spingono gli investitori a prediligere altri strumenti, tra cui i metalli preziosi, in quanto il costo-opportunità di detenerli diminuisce aumentandone la domanda e, di conseguenza, il prezzo. In secondo luogo, un dollaro più debole rende i metalli preziosi meno costosi per gli investitori che utilizzano altre valute, aumentando così la domanda globale e sostenendo i prezzi.
Il punto tecnico sui grafici di oro e argento
Periodo ad elevata volatilità culminato, per il momento, con il raggiungimento dei massimi storici per l’oro, il re dei metalli preziosi. Prezzo che sfonda il muro dei $ 2.550/oncia toccando per la prima volta il valore di $ 2.570,40/oncia nella seduta di martedì 20 agosto. Trend confermato rialzista con una performance che da inizio 2024 dice +22,5% nonostante le forti correzioni di maggio e giugno. Forte impatto anche sugli altri metalli preziosi, con l’argento che torna sui livelli di massimo relativo ad un mese alla ricerca di una rottura sulle resistenze ai livelli superiori. Anche in questo caso performance positiva da inizio anno, registrando un +22,8% circa, nonostante la correzione dai massimi di maggio che al momento riporta un -10% circa.
Future dell’oro quotato al Comex che si conferma al rialzo dopo aver testato la prima trendline (in blu) nella seduta del 25 luglio. Tentativo prontamente respinto e che ha dato la forza necessaria per riprendere la corsa verso i livelli superiori. Questo ha fatto sì che il prezzo dell’oro rompesse al rialzo la prima resistenza statica (in giallo) in area $ 2.448/oncia spingendo il prezzo verso il primo massimo assoluto in area $ 2.520/oncia. La resistenza statica ha funto successivamente da supporto durante il sell-off del 5 agosto, quando le correnti in acquisto hanno tuttavia dimostrato la propria forza rispetto a quelle in vendita consentendo di rompere al rialzo anche il precedente livello di massimo. La forza del trend si rispecchia anche all’interno del grafico dell’oscillatore RSI a 14 periodi. In primo luogo, si segnala la rottura contestuale della resistenza dinamica (in arancione) e di quella statica (in viola) sull’oscillatore e quella della trendline di breve periodo sul grafico dei prezzi nella seduta del 3 luglio. Successivamente, dopo una leggera correzione, le due resistenze hanno svolto il ruolo di supporto all’oscillatore consentendo al prezzo di proseguire verso nuovi livelli. Le ultime sedute si sono caratterizzate da una leggera contrazione nei volumi, sarà il mercato a dire se si tratta di una fase di accumulazione o di distribuzione di profitto per definire la direzione del nuovo movimento, facendo tuttavia presente che, al momento, il trend risulta ancora fortemente rialzista nel medio termine.
Contesto differente ma tuttavia simile anche per l’argento, dettato anche dall’elevata correlazione tra i due asset.
A differenza dell’oro, l’argento ha subito una correzione più forte la quale ha causato un momento di inversione di tendenza di breve periodo con la rottura della trendline (in rosso) ad inclinazione positiva. I massimi e minimi decrescenti sono tuttavia stati interrotti con la rottura della resistenza dinamica (in rosso) nella seduta del 15 agosto. La significatività del movimento rialzista si acquisisce dalla successiva rottura di ulteriori livelli di resistenza statica (in giallo) e la contestuale rottura delle resistenze statica (in viola) e dinamica (in arancione) nell’oscillatore RSI a 14 periodi. Come per l’oro il sentiment rimane positivo nel medio termine, ma, come sempre, l’ultima parola spetta al mercato.