Commodity della settimana: gas naturale volatile, in balia delle dinamiche di mercato e della politica monetaria

Settimana all’insegna della volatilità per il gas naturale. Tra i futures sul TTF quotati all’ICE, il future TFM di riferimento per il mese corrente, dopo aver registrato il minimo relativo a febbraio 2024 di 22,315 €/MWh ha ripreso a correre, riconquistando l’interesse da parte degli addetti ai lavori.
Il gas naturate, commodity che ha goduto di particolare attenzione principalmente dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina per la forte impennata dei prezzi, ha recentemente rotto la trendline ribassista di lungo periodo sostenuta da volumi che appaiono fortemente in crescita. I driver che stanno guidando questo nuovo sprint derivano dalle tensioni geopolitiche che proseguono e dalle scelte in tema di politica monetaria della BCE.
Tregua sul fronte del gas: in aumento import gas naturale dalla Russia
Le forniture giornaliere medie di gas naturale verso l’Europa da parte di Gazprom, tra i principali player russi in questo settore, sono aumentate del 7,3% a maggio 2024 rispetto ad aprile e del 39% rispetto all’anno precedente, secondo le analisi di Reuters basate sui dati di Entsog (l’associazione europea dei gestori dei sistemi di trasporto del gas) e sulle stime dei rapporti giornalieri di Gazprom sul transito del gas attraverso l’Ucraina. Le esportazioni medie giornaliere sono salite a 89,5 milioni di metri cubi (mcm), rispetto agli 83,4 mcm di aprile ed ai 64,5 mcm di maggio 2023.
L’Europa, un tempo principale destinazione dell’export russo, ha visto crollare la domanda di gas a causa delle sanzioni legate al conflitto in Ucraina e del perdurare delle tensioni geopolitiche. I volumi prebellici presentavano forniture per circa 63,8 miliardi di metri cubi (bcm) di gas all’Europa, crollati del 55,6% a 28,3 bcm lo scorso anno. Questo è stato uno dei principali fattori che hanno portato all’aumento dei prezzi culminato con i picchi del 2022 che ne hanno segnato i massimi storici dell’indice TTF.
Si tratta di un aspetto non trascurabile ai fini dell’analisi sull’andamento del prezzo del gas naturale nel lungo periodo, perché, contrariamente allo scenario di mercato attuale, può presentarsi come un elemento ribassista relativamente al prezzo di questo bene. Un’eventuale aumento dell’offerta, a parità di domanda, comporterebbe una riduzione della pressione sui prezzi tenuto conto anche dei livelli di stoccaggio particolarmente elevati grazie alle politiche di approvvigionamento applicate dagli Stati europei in questi anni. Da segnalare, tuttavia, che questo effetto potrebbe essere mitigato nel lungo termine dai maggiori acquisti, specialmente a ridosso della stagione invernale.
Nuovi massimi a sei mesi, pesano il guasto nei condotti di fornitura e le politiche monetarie BCE
Il prezzo del gas naturale europeo nell’ultima settimana di contrattazioni è stato oggetto di elevata volatilità. La graduale crescita che accompagna il trend di breve periodo da fine febbraio 2024 ha subito forti fluttuazioni nella prima settimana di giugno. In particolare, la seduta di lunedì 3 giugno è stata caratterizzata da un impennata nel prezzo del future TTF chiudendo con un +5,2% a 36,01 €/MWh, con picchi del 13% durante la giornata.
L’aumento è stato causato dalla scoperta di una falla in una conduttura norvegese nel Mare del Nord. Questo incidente ha evidenziato ancora una volta la bassa diversificazione di fornitori di gas naturale e la dipendenza dell’Europa dalla Norvegia, oggi principale fornitore dopo averne rubato il ruolo alla Russia a seguito del conflitto in Ucraina. Nonostante gli alti livelli di stoccaggio e le politiche di diversificazione attuate dai vari Stati dell’Unione Europea, il mercato resta ancora altamente sensibile ai problemi di approvvigionamento, causando oscillazioni dei prezzi.
Ulteriore fattore che ha contribuito ad amplificare la volatilità nel prezzo del gas, e delle materie prime in generale, è stata la decisione da parte della BCE di tagliare i tassi. Seppur si trattasse di un evento ormai scontato, il mercato ha comunque reagito segnando un +0,99% nella seduta del 6 giugno, oscillando tuttavia in un range compreso tra i 34,925 e 32,850 €/MWh. In un orizzonte di lungo periodo, se la BCE dovesse perseguire con costanza la politica di riduzione dei tassi, l’effetto atteso è un rialzo generale del prezzo del TTF, ma lo scenario di mercato attuale è ancora altamente incerto, così come il percorso che la BCE intende percorrere.
Il punto tecnico sul future del TTF
Il prezzo del gas naturale sul future TTF mensile quotato all’ICE mostra segnali di rialzo. Dai minimi di febbraio 2024, quando il prezzo segnava i 22,315 €/MWh, il future ha raggiunto i 33,686 €/MWh registrando un incremento del 50,95%.
Il principale segnale di forza rialzista si presenta tramite la rottura della trendline di lungo periodo (linea rossa) sostenuta da volumi crescenti rispetto al periodo di tendenza al ribasso.
Contestualmente alla rottura della trendline, ulteriore conferma della forza deriva dalla chiusura al di sopra dell’importante resistenza statica in area 29,12 €/MWh. Il prezzo ha poi consolidato nel range 37,70 – 33,95 €/MWh, dove ha tentato di rompere al rialzo ma, al momento, senza trovare conferme.
È prematuro parlare del potenziale pattern di doppio minimo sul livello 22,53 €/MWh, in quanto potrà essere confermato solamente una volta registrata la chiusura sopra l’area dei 56,79 €/MWh. È tuttavia importante segnalare la presenza di una divergenza tra il grafico dei prezzi e RSI a 14 periodi, oltre alla rottura della resistenza dinamica su quest’ultimo, a confermare la presenza di una potenziale inversione nel breve termine.
Ulteriore segnale di forza potrebbe giungere alla chiusura sopra la resistenza statica sul livello 37,70 €/MWh, la quale potrebbe segnare un’accelerata decisiva fino ai 49,95 €/MWh; in quel caso, allora, diventerebbe importante monitorare anche il livello di conferma del doppio minimo (56,79 €/MWh) che proietterebbe il prezzo su livelli molto più elevati.