Zona euro: dibattito rimane elevato su QE, attesa per parere su Omt. Banche studiano piani in caso di Grexit?
Nella zona euro si intensifica il dibattito sul lancio di un possibile Quantitative easing (QE) in salsa europea da parte della Banca centrale europea (Bce). Ogni indugio potrebbe essere ufficialmente rotto nella prima riunione del 2015 della Bce in agenda giovedì 22 gennaio. Ma prima di questo appuntamento chiave per l’eurozona, insieme alle elezioni di fine mese in Grecia, gli operatori guarderanno questa settimana al parere della Corte di Giustizia europea che si esprimerà sulla legittimità del meccanismo della Bce relativo all’acquisto di bond, ossia l’Omt (Outright Monetary Transactions), previsto per mercoledì. Si tratta di un parere preliminare, sollecitato dalla Corte costituzionale tedesca, che potrebbe tuttavia avere un peso significativo sul vertice del 22 gennaio. E nella stessa giornata proprio a Berlino è previsto un discorso di Mario Draghi, numero uno dell’Eurotower.
Con riferimento al Vecchio continente in chiusura di passata ottava si è avuto un primo accenno di delusione delle aspettative del mercato riguardo al Quantitative easing della Bce. “Il piano di acquisto asset studiato a Francoforte varrebbe 500 miliardi di euro, cifra considerata insufficiente. Considerando gli indizi seminati nelle ultime settimane da Mario Draghi le attese erano ben diverse”. A dirlo Michael Hewson, chief market analyst di CMC Markets UK. D’altronde sarebbero i mercati a essersi spinti troppo avanti con le ‘richieste’, senza considerare gli ostacoli che l’azione della Bce deve superare. “Il primo già questo mercoledì con il parere preliminare della Corte di Giustizia europea sulla legittimità del programma Omt, dichiarato illegale dalla Corte costituzionale tedesca lo scorso anno” conclude Hewson.
Le banche studiano possibili piani di emergenza nel caso ‘Grexit’
Oltre al QE, nella zona euro uno dei temi caldi, anzi caldissimi, del mese restano le elezioni ad Atene che si svolgeranno domenica 25 gennaio dopo la fumata nera alle presidenziali di fine dicembre (approfondisci). E in attesa che i cittadini greci vadano al voto, le banche e istituti finanziari in Europa starebbero testando dei piani quasi di emergenza qualora si concretizzasse l’ipotesi della cosiddetta ‘Grexit‘, ossia l’uscita dall’euro da parte della Grecia. Secondo quanto riportato dal “Wall Street Journal” nell’edizione europea in edicola oggi diversi gruppi, tra cui Citigroup, Goldman Sachs e Icap, starebbero lavorando a questi test. In particolare, il quotidiano finanziario americano rivela che i test delle società includono controlli dettagliati sulle controparti che potrebbero essere coinvolte in maniera significativa da un’uscita della Grecia, osservando soprattutto le esposizioni creditizie.
Non solo, alcune società si starebbero preparando a un possibile impatto sui sistemi di pagamento e starebbero effettuando dei controlli sulle piattaforme di trading per essere pronti all’eventuale introduzione di una valuta greca.