Wall Street interrompe scia rialzista. Ma ecco la cosa che lo S&P non ha mai fatto nella sua storia
Wall Street ha fatto una pausa, con gli indici Dow Jones e S&P 500 che hanno interrotto la fase rialzista, durata per sei sessioni consecutive, per chiudere in territorio negativo.
Lo S&P 500 ha terminato la seduta in calo dello 0,23%, a 23.273,96 punti; lo S&P 500 ha perso lo 0,40%, a 2.564,98, mentre il Nasdaq ha sofferto una flessione dello 0,64%, a 6.586,83 punti.
La pausa arriva a Wall Street dopo che gli indici hanno riportato valori record di chiusura, per la 24sima volta nel 2017, lo scorso venerdì. Tutti e tre i listini, inoltre, hanno testato nuovi massimi storici a livello intraday nella seduta di ieri, prima di virare in territorio negativo.
E’ da tempo che i continui record segnati da Wall Street alimentano dubbi sulla sostenibilità della fase rialzista dell’azionario Usa.
Ieri un avvertimento è arrivato dal trend del CBOE Vix, balzato dell’11%, al ritmo più forte dallo scorso 5 settembre.
Tra l’altro, come emerge dalla tabella, c’è qualcosa che lo S&P non ha fatto in tutta la sua storia: per ben 242 giorni, il listino non ha mai sofferto una flessione del 3%, sorpassando il record di 241 giorni del 1995.
L’ultima volta che lo S&P 500 ha chiuso in calo di oltre -3% il giorno successivo a un nuovo record testato è stato nel novembre del 1991.
Da allora, il listino ha messo a segno ben 474 nuovi massimi senza scendere del 3% il giorno successivo.
Altri dati che fanno capire la portata dei rialzi per l’indice S&P:
- per 33 sessioni, il listino non ha perso lo 0,50% su base giornaliera: si tratta della scia più lunga dal 1995.
- In termini assoluti, dall’inizio del 2017, la variazione media giornaliera dello S&P è stata di appena lo 0,30%, la più bassa dal 1965.
- Lo S&P ha inoltre chiuso con un calo pari o superiore all’1% solo quattro volte, nell’anno in corso, il numero delle volte più basso dal 1965.