News Indici e quotazioni Wall Street incerta dopo record Dow Jones, IBM -7%, Tesla in rimonta post bilancio. Occhio a dati lavoro e immobiliare Usa

Wall Street incerta dopo record Dow Jones, IBM -7%, Tesla in rimonta post bilancio. Occhio a dati lavoro e immobiliare Usa

Pubblicato 21 Ottobre 2021 Aggiornato 19 Luglio 2022 17:30
Wall Street in ribasso, all'indomani del nuovo record testato dal Dow Jones, commentato così da Chris Zaccarelli, responsabile investimenti presso Independent Advisor Alliance:

"Il Dow ha testato un nuovo massimo storico, mostrando di nuovo la resilienza dei dip buyers e l'importanza delle società cicliche nel rally dell'azionario".

Passate le 16 ora italiana, il Dow Jones scende dello 0,23% a 35.527 punti; lo S&P 500 è piatto con una variazione pari a -0,02% a 4.535 punti. Il Nasdaq avanza dello 0,27% a 15.162 punti.

Wall Street fa i conti con le ultime novità emerse con la stagione degli utili trimestrali: ieri, dopo la fine della giornata di contrattazioni, hanno diffuso i bilanci del terzo trimestre i colossi IBM e Tesla.

Numeri record per Tesla, che ha riportato cifre ai massimi di sempre sia in termini di utili, fatturato e margine operativo. Per la precisione, il colosso delle auto elettriche fondato da Elon Musk ha riportato un utile netto (GAAP) di $1,62 miliardi, sorpassando per la seconda volta la soglia di $1 miliardo, in deciso rialzo rispetto all'utile netto di $331 milioni del terzo trimestre del 2020, e al record per il terzo trimestre consecutivo. L'EPS adjusted è stato pari a $1,86, meglio degli $1,59 attesi dal consensus di Refinitiv e anche degli $1,67 attesi dal consensus di Bloomberg. Sul fronte utili, Tesla ha fatto dunque meglio delle previsioni. Il fatturato ha invece deluso, pur salendo del 57% a $13,76 miliardi, livello anch'esso record ma inferiore - in termini relativi neanche di molto - rispetto ai $13,91 miliardi previsti dal consensus di Bloomberg. Il titolo tuttavia è sotto pressione.

Un articolo di Bloomberg ha messo in evidenza che, al momento, il titolo Tesla è scambiato a un valore pari a 120 volte gli utili forward a 12 mesi:

praticamente, TSLA è il titolo più costoso del NYSE+ FANG Index, che è composto anche da Nvidia, Alphabet, Apple, Twitter, Facebook, Amazon.com, Netflix, Alibaba e Baidu. E questa non è proprio una buona notizia per Elon Musk.

Detto questo, le quotazioni di Tesla scattano ora di quasi il 3%, dopo alcuni upgrade: gli analisti di Baird hanno alzato il target price da $764 a $888, mentre Wedbush ha portato il prezzo obiettivo da $1000 a $1.100.

Scivola di oltre il 7% IBM, dopo la diffusione dei risultati di bilancio da parte del colosso informatico, a causa di un fatturato peggiore delle attese. L'utile netto è sceso del 33% a fronte di un margine lordo in calo dal 48% del trimestre precedente al 46,4%.

"I risultati hanno deluso le nostre aspettative", ha detto il ceo Arvind Krishna agli analisti nella conference call seguita alla pubblicazione del bilancio.

Intanto, nella giornata di ieri, è arrivata la notizia relativa alla decisione della FDA (Food and Drug Administration) di dare il via libera alle dosi 'booster' di vaccino anti-Covid di Johnson&Johnson e Moderna, dopo l'ok dato alla terza dose di Pfizer, nel mese di settembre. Il titolo Moderna sale dello 0,60% circa, mentre J&J arretra dello 0,80%.

Tra i titoli, bene anche il titolo del gigante ferroviario CSX, in rally di oltre il 3%, dopo la pubblicazione di un bilancio migliore delle attese. PayPal perde più del 3%, sulla scia di rumor riportati da Bloomberg, secondo cui il colosso dei pagamenti avrebbe recentemente contattato il social media Pininterest per una potenziale acquisizione a circa $ 70 per azione, che valuterebbe la società target circa $ 45 miliardi.

Dal fronte macroeconomico Usa, è stato diramato il report relativo alle richieste iniziali dei sussidi di disoccupazione che, nella settimana terminata lo scorso 16 ottobre, sono scese di 6.000 unità a 290.000 unità, meglio delle 300.000 unità attese dagli economisti intervistati da Dow Jones. Buone notizie non solo dal mercato del lavoro Usa, ma anche da quello immobiliare. Nel mese di settembre, le vendite di case esistenti sono aumentate del 7% a 6,29 milioni di unità, stando all'associazione di settore National Association of Realtors. L'aumento sarebbe stato alimentato dal temporaneo calo dei tassi sui mutui del mese di agosto: gli acquirenti di prime case hanno inciso però sulle vendite di case soltanto per il 28%, al minimo dal luglio del 2015.