Notizie Notizie Mondo Wall Street cadrà di nuovo con crash utili che avrà la meglio su banche centrali, Citi e BofA diffidano dal ‘fake markets’ rally

Wall Street cadrà di nuovo con crash utili che avrà la meglio su banche centrali, Citi e BofA diffidano dal ‘fake markets’ rally

23 Maggio 2020 13:05

E’ andata in archivio un’altra settimana di buona tenuta dei mercati con il Nasdaq ancora protagonista (+0,43% il close di ieri). L’indice tecnologico nelle ultime sedute si è riportato sui massimi a 3 mesi e i top storici di febbraio distano ormai meno di 5 punti percentuali (massimi già ritoccati al rialzo da big quali Apple, Facebook e Amazon).

La resilienza dei mercati è ancora più eloquente ala luce del newsflow negativo che le ha caratterizzate e la violentissima recessione in atto e il crollo degli utili societari che ne seguirà.

Crash utili non può essere ignorato

Uno report di Citigroup evidenzia come il mercato fa i conti con il crash degli earnings da una parte (che la banca USA proietta a -50%) e i programmi di acquisto delle banche centrali, che avvengono ad un ritmo triplo rispetto al picco del 2017. La conclusione di Citigroup è che recentemente hanno avuto la meglio le Banche Centrali, ma più avanti anche gli utili avranno il loro momento.

“E’ vero che il QE messo in piedi dalle banche centrali è, per ammontare e varietà di asset coinvolti, eccezionale – osserva Giuseppe Sersale, Strategist di Anthilia Capital Partners Sgr – . Ma anche il pool di assets sta crescendo a dismisura grazie agli enormi deficit dei paesi e all’ammontare di emissioni di credito delle aziende. In effetti è proprio l’enorme erogazione di stimolo fiscale a costituire un supporto per i mercati, nella misura in cui va a bilanciare almeno in parte il crollo di consumi e investimenti”. Detto questo, Sersale si sente di concordare con Citigroup che se l’ordine di grandezza del calo degli utili del 2020 sarà anche solo parente di quello indicato, i mercati verranno giù, stimolo o non stimolo. “E tutto ciò non tiene comunque conto dei rischi connessi con nuovi focolai, e second round effects non raggiungibili dallo stimolo”, aggiunge l’esperto.

E’ ancora rally da mercato Orso

Lo scenario di una ripresa a V appare al momento un miraggio. Sulla stessa lunghezza d’onda di Citi è anche Mike Hartnett, responsabile strategist per gli investimenti di Bank of America, che parla di “fake markets” a causa dei bazooka monetari varati dalle varie banche centrali. “I prezzi dei bond governativi e corporate sono ormai stabiliti dalle banche centrali…perchè si dovrebbe pensare che i prezzi delle azioni riflettano invece la realtà, in modo razionale?”, si è chiesto Hartnett.

Nelle ultime otto settimane, le banche centrali hanno lanciato programmi di acquisti di asset per un valore di $4 trilioni, effettuando per la precisione acquisti di asset finanziari per un valore di $2,4 miliardi all’ora, e che la capitalizzazione del mercato azionario globale è salita di $15 trilioni”.

Tuttavia, con 2.215 azioni su complessive 3.042 azioni globali che rimangono in una situazione di mercato orso, e che viaggiano dunque a un valore inferiore di oltre -20% rispetto ai loro massimi storici, Hartnett ha sottolineato che il rally recente di Wall Street debba essere considerato “nell’ambito del crash da $30 trilioni che ha caratterizzato i mesi di febbraio e marzo”.

Il forte recupero, ha spiegato ancora, è stato inoltre alimentato dai buy che si sono concentrati sui titoli dei titani che appartengono all’acronimo FAAMG (Facebook, Amazon, Apple, Microsoft, Google), la cui capitalizzazione ora eccede quella dell’intero mercato azionario dell’area euro.

Hartnett ha ricordato che, in media, i rally di mercato orso del 1929, 1938 e 1974 sono stati caratterizzati da una ripresa del 61% degli indici dai rispettivi minimi testati, a seguito di una flessione, in media, del 49%.

In generale, Harnett definisce la strategia di Bank of America “tatticamente bullish” e “strutturalmente bearish” e accusa le banche centrali di aver creato un ‘azzardo immorale’ che costringerà gli investitori a continuare ad acquistare, le banche a prestare e le aziende zombie a emettere debito nel 2020.