Vivendi risponde a Consob: “Nessun controllo di fatto su Telecom”
Vivendi conferma di non esercitare di fatto nessun controllo su Telecom Italia. Ieri sera a mercati chiusi il gruppo guidato da Vincent Bollorè ha risposto tramite una nota stampa all’ufficiale alla richiesta fatta dalla Consob sulla partecipazione detenuta in Telecom, ricevuta tramite l’Autorité des Marchés Financiers (AMF).
Vivendi “conferma di non esercitare alcun controllo di fatto su Telecom Italia, ai sensi dell’articolo 93 del Testo unito della finanza e dell’articolo 2359 del codice civile”, spiega il gruppo francese aggiungendo che “la sua partecipazione detenuta in Telecom Italia non è sufficiente per esercitare in maniera stabile un’influenza dominante in occasione delle assemblee dei soci di Telecom“.
Nel comunicato stampa diffuso ieri sera Vivendi spiega ancora: “Da tutti i dati empirici (compresa la presenza alle assemblee ordinarie dei soci di Telecom Italia dal 22 giugno 2015 al 4 maggio 2017, la quota detenuta dagli investitori individuali, l’esito delle delibere) rivelano inequivocabilmente che Vivendi non ha una posizione di controllo delle assemblee ordinari dei soci di Telecom Italia”. “Il consiglio di amministrazione di Telecom – recita la nota del gruppo francese – ha preso atto dell’inizio dell’attività di direzione e coordinamento (ai sensi dell’articolo 2497-bis) sulla base di circostanze fattuali specifiche e menzionate nel comunicato dello scorso 4 agosto. Non può essere interpretata, in virtù dei principi dell’ordinamento italiano, come prova di una posizione di controllo di fatto ai sensi dell’articolo 2359 del codice civile”.
Per Vivendi “le norme riguardanti l’attività di direzione e coordinamento hanno lo scopo di rendere pubblico e definire i diritti e le responsabilità derivanti dall’esercizio fattuale, da parte di un socio, di un’attività imprenditoriale e di direzione a livello manageriale. Le norme sul controllo di fatto, ai sensi dell’articolo 2359 del codice civile, sono invece applicabili solo in caso di una stabile posizione di controllo a livello assembleare, e non è questo il caso”.
Per quanto riguarda, invece, l’esistenza di una posizione di controllo ai sensi dei principi contabili internazionali relativi al bilancio consolidato, Vivendi conferma che nell’ultima relazione finanziaria (primo trimestre, pubblicata lo scorso 11 maggio) “non ritiene di avere il potere di governare le politiche finanziarie e operative di Telecom Italia, ai sensi dell’Ifrs 10″. Il gruppo transalpino ha infine comunicato che il mercato italiano e quello francese saranno debitamente informati qualora Vivendi assumesse una valutazione differente, che al momento non è attesa, in occasione della pubblicazione della semestrale”.