Nel 2022 debito al 150% sarà un problema per l’Italia? La risposta di Credit Suisse e le previsioni su Piazza Affari, PIL e spread Btp-Bund

Credit Suisse guarda con ottimismo al prossimo anno anche se gli investitori dovranno probabilmente accontentarsi di ritorni un po’ inferiori rispetto a quelli stellari di questo 2021. Il Credit Suisse Investment Outlook 2022, basandosi sul presupposto di un’economia globale vista crescere del 4,3%, prevede i rendimenti azionari rimanere interessanti, pur se probabilmente inferiori rispetto al 2021. “Nonostante diverse banche centrali abbiano iniziato a ritirare gli incentivi per la pandemia, i tassi d’interesse sono destinati a rimanere pari o prossimi allo zero nelle principali economie sviluppate”, rimarca Credit Suisse. Nel 2022 la Banca centrale europea (BCE) dovrebbe iniziare a ridurre i suoi programmi di acquisto di attivi. L’euro invece è visto aprire il 2022 con una parziale debolezza nei confronti del dollaro USA, ma si stabilizzerà e recupererà nel corso dell’anno, per effetto degli interventi di politica monetaria della BCE.
Anche per l’Italia, Credit Suisse prevede che le azioni italiane genereranno rendimenti interessanti nel 2022 dal momento che i dati fondamentali continuano a migliorare. “Piazza Affari dovrebbe beneficiare dell’erogazione dei fondi per la ripresa dell’Ue e della riapertura delle economie per il turismo generale”. Anche ai titoli di stato dovrebbero trarre giovamento dallo scenario positivo per il Belpaese con un’ulteriore riduzione futura dello spread BTP-Bund “se si riuscirà ad arrivare a una maggiore integrazione fiscale nell’Ue”.
La crescita annua del PIL è indicata di poco superiore al 4%. “L’aumento dei prezzi dell’energia rappresenta un rischio di ribasso per la crescita, ma il governo italiano ha adottato misure per compensare le famiglie e attenuarne gli effetti”, asserisce Credit Suisse.
Debito fa meno paura
Considerata la portata del supporto che il bilancio del governo italiano ha fornito all’economia dall’inizio della pandemia, il debito pubblico dell’Italia resta un grave rischio per l’economia. Per il prossimo anno il governo prevede un deficit pari a quasi il 5% del PIL, per cui il debito pubblico italiano si attesterebbe al 150% del PIL del Paese.
I rendimenti dei BTP indicano che per il momento il debito non rappresenta un problema. “I rendimenti dei titoli di Stato italiani a 10 anni sono inferiori all’1%, pertanto i pagamenti degli interessi sul debito dell’Italia restano bassi. Ciò è stato favorito dal sostegno della politica monetaria della Banca centrale europea, che dovrebbe continuare anche nel 2022”.
Il prossimo anno, tuttavia, l’Italia avrà l’opportunità di mitigare tali rischi sul lungo periodo. A seguito dei finanziamenti del Dispositivo per la ripresa e la resilienza dell’UE, il primo ministro Mario Draghi sta introducendo numerose riforme, allo scopo di migliorare un sistema fiscale complesso e inefficiente e affrontare le carenze del mercato del lavoro, l’inadeguata formazione del capitale umano e l’inefficienza della pubblica amministrazione. Credit Suisse ritiene pertanto che se Draghi riuscirà a proseguire sul cammino delle riforme anche l’anno prossimo, oltre a migliorare le prospettive di crescita a lungo termine e di sostenibilità del debito dell’Italia, consoliderà ulteriormente i rapporti con gli altri Stati membri dell’UE, favorendo il progresso dell’integrazione europea nel prossimo anno.