Notizie Dati Macroeconomici Usa: le payrolls crescono meno delle attese ma gli analisti non credono nel QE3

Usa: le payrolls crescono meno delle attese ma gli analisti non credono nel QE3

6 Luglio 2012 13:33

Indicazioni sotto le attese dal mercato del lavoro a stelle e strisce. Il Dipartimento del Lavoro statunitense poco fa ha annunciato che il mese scorso la prima economia del pianeta ha registrato un saldo delle buste paga nei settori non agricoli (non farm payrolls) positivo per 80 mila unità, 20 mila in meno rispetto alle stime di Bloomberg. Il dato scaturisce dalle +84 mila buste paga del settore privato e dal calo di 4 mila posti di lavoro tra i dipendenti del settore pubblico.

A livello settoriale il guadagno maggiore è stato registrato dai servizi alle imprese (+47 mila), dall’healthcare (+13 mila) ed dal comparto manifatturiero (+11 mila). La settimana di lavoro è cresciuta di 0,1 ore a 34,5 mentre la paga oraria media è salita di 6 centesimi  a 23,5 dollari. Rivisti i dati relativi aprile e maggio. Il saldo delle payrolls ad aprile è passato da +77 a +68 mila, mentre quello relativo maggio da +69 è stato rivisto a +77 mila.

Tasso di disoccupazione all’8,2%
In linea con le attese il tasso di disoccupazione che il mese scorso si è confermato all’8,2%. Invariati anche i dati relativi il numero dei disoccupati, a 12,7 milioni, ed il totale dei senza lavoro di lungo periodo, pari a 5,4 milioni di persone.

I tempi non sono maturi per il QE3
Nonostante l’indebolimento registrato dal mercato del lavoro nel secondo trimestre, gli analisti ritengono che i tempi non siano ancora maturi per un nuovo piano, il terzo, di allentamento quantitativo. “I dati -ha commentato Rob Carnell di ING- non spingono immediatamente a pensare ad un Quantitative Easing 3 anche se le aspettative per un maggior allentamento continueranno ad aleggiare”. “I dati -precisa Carnell- non sono abbastanza negativi per far sì che la Fed che approvi nuove misure immediatamente”.

È dello stesso avviso anche Vincenzo Longo, Market Strategist of IG Markets Italia. “La nostra sensazione -ha dichiarato Longo- è che con questi numeri la Federal Reserve possa decidere di non intervenire sul mercato con immissioni di liquidità, come possiamo apprezzare anche dal movimento del cambio tra il biglietto verde e lo yen che  si è mosso sensibilmente al ribasso”. “A nostro avviso è necessario -prosegue l’analista- un più marcato peggioramento del mercato del lavoro con un tasso di disoccupazione superiore all’8,2% per far intervenire la Federal Reserve sul mercato”.
Segno meno per il dollaroyen e per le piazze finanziarie
Dopo la pubblicazione dei dati il biglietto verde si è indebolito nei confronti della moneta nipponica spingendo il cambio dollaroyen ad un minimo di seduta a 79,52 yen mentre ha guadagnato terreno nel cross con la moneta unica. Attualmente l’eurodollaro scambia a 1,2323, quasi mezzo punto percentuale in meno rispetto a ieri. Segno meno anche per i listini europei, l’eurostoxx quota in rosso di oltre un punto percentuale, e per quelli statunitensi (-0,36% per il Dow e -0,41% per lo S&P).