Usa: governo a un passo dalla paralisi, entro stasera necessario l’accordo sul budget
Gli Stati Uniti, la prima potenza economica mondiale, potrebbe essere il nuovo Portogallo. Questa notte, il governo Usa rischia di chiudere i battenti e scatenare una nuova crisi che il segretario del Tesoro Usa, Timothy Geithner, ha definito “catastrofica”. Una ipotesi che diventerà realtà se i due schieramenti politici, repubblicani e democratici, non troveranno un accordo sul budget entro oggi.
E’ infatti previsto per questa sera, all’una di notte italiana, il definitivo incontro tra i leader politici per approvare la legge Finanziaria del 2011, dopo che ieri sera il presidente americano, Barack Obama, si è rifiutato di firmare la misura stop-gap, che prevedeva stanziamenti per un’altra settimana a patto che il budget includesse 12 miliardi di tagli alla spesa pubblica nel corso dell’anno. Al centro del dibattito sono infatti i tagli alla spesa pubblica e la necessità di alzare il tetto per l’indebitamento. I repubblicani chiedono un minimo di 40 miliardi di tagli al disavanzo, contro i 33 miliardi ritenuti accettabili per i democratici.
Se gli aspri contrasti tra repubblicani e democratici dovessero continuare senza portare a una risoluzione, si rischierebbe il cosiddetto “shutdown”, ovvero la chiusura degli uffici e dei servizi federali. Questo comporterebbe in pratica una serie di interruzioni nei servizi pubblici, come il rilascio dei passaporti o la chiusura dei parchi nazionali e dei musei, mentre saranno garantiti i servizi dell’esercito, degli aeroporti e quelli essenziali, come le poste e le pensioni. Ma la perdita di fiducia e i pesanti costi economici potrebbero essere fatali per il Paese a stelle e strisce.
“Uno shutdown del governo sta diventando sempre più probabile, se gli uomini politici non troveranno un accordo sull’ammontare dei tagli alla spesa”, sostiene Société Générale, in una nota diffusa oggi. Il vero colpo sarà, secondo il broker francese, per gli 800 lavoratori pubblici, con la chiusura del Commerce Department e del Bureau of Labor Statistics. E proprio quest’ultimo ufficio potrebbe non essere più in grado di fornire i dati statistici sul mercato del lavoro, parametro importante per l’economia statunitense. Ma non solo. Anche le indicazioni sulla bilancia commerciale, i prezzi all’importazione e le vendite al dettaglio potrebbero essere ritardati.
L’ultima volta che ciò avvenne fu nel 1995 e occorsero 21 giorni prima di trovare un’intesa. E proprio guardando indietro, gli analisti pensano che il mercato si comporterà allo stesso modo: la preoccupazione sarà rivolta maggiormente alla politica della Federal Reserve, nella convinzione che l’impasse politica si risolverà nel breve. “In passato il mercato ha reagito molto poco”, concludono a SocGen.
Il debito pubblico americano ha raggiunto i 14.216 mila miliardi di dollari, attestandosi solo 78 miliardi sotto al tetto fissato a 14.294 mila miliardi di dollari. Il rapporto deficit/Pil degli Usa ammonta all’8,9%, mentre quello che ha portato al collasso il Portogallo si attestava all’8,6%. Cifre che iniziano a preoccupare qualche analista, che avanza la provocazione: i dubbi del mercato non dovrebbero essere sulla Spagna o sull’Italia ma piuttosto sugli Usa.