Usa: la Fed rompe gli indugi, da gennaio gli stimoli saranno ridotti. Gli acquisti di asset scendono da 85 a 75 mld/mensili
La Fed fa partire il tapering nella penultima riunione dell’era Bernanke. Da Washington la banca centrale statunitense ha annunciato che da gennaio il piano di acquisto asset sarà ridotto dagli attuali 85 miliardi (45 miliardi di titoli di Stato e 40 miliardi di titoli agganciati ai mutui) a 75 miliardi di dollari mensili. Il piano di riduzione degli stimoli monetari inizierà con un calo di 5 miliardi di dollari sia per quanto riguarda lo shopping di Treasuries che di Mbs (Mortgage-backed security).
La decisione è stata presa con una maggioranza di nove membri e l’unico voto contrario è stato quello del n.1 della Federal Reserve del distretto di Boston, Eric Rosengren, secondo cui la mossa è “prematura”. Stimoli in calo ma, assicura la Fed, i tassi “resteranno bassi finché il tasso di disoccupazione non scenderà sotto il 6,5%”.
Di tapering si è iniziato a parlare a maggio e il mercato si attendeva che l’inizio dell’alleggerimento degli stimoli fosse annunciato al termine della riunione di settembre. Oggi, contrariamente a tre mesi fa, solo una minoranza (in crescita nelle ultime settimane) degli analisti stimava un calo dello shopping: una parte riteneva che la banca centrale avrebbe atteso l’ultima riunione guidata da Bernanke (28-29 gennaio) mentre secondo altri il tapering avrebbe scandito l’inizio dell’era-Yellen (18-19 marzo).
La minoranza di esperti che ha scommesso su un tapering a dicembre lo ha fatto in scia della revisione migliorativa (da +2,8% a 3,6%) del Pil americano del terzo trimestre e di un mercato del lavoro che ha spinto il tasso di disoccupazione al 7%, il livello più basso dal novembre 2008. A favore di una riduzione immediata ha giocato anche l’approvazione del bilancio statunitense che ha fatto svanire una delle ragioni che avrebbero potuto giustificare la necessità di sostenere a pieno ritmo la prima economia: l’incubo di ripiombare in una situazione di blocco parziale dell’attività governativa, il c.d. shutdown.
L’inizio del tapering rappresenta un processo particolarmente importante perché porterà, con tempi e modi ancora da chiarire, all’azzeramento degli stimoli monetari che dal 2009, passando per tre piani differenti di quantitative easing, hanno fatto crescere il bilancio della banca centrale Usa dagli 869 miliardi dell’agosto del 2007 a oltre tremila miliardi di dollari.
L’istituto guidato da Bernanke ha inoltre diffuso le stime trimestrali sull’andamento dell’economia. L’anno prossimo il Pil è stimato in crescita del 2,8%-3,2%, contro il +2,9%-3,1% stimato in precedenza. Il tasso di disoccupazione è visto nel range 6,3-6,6% nel 2014, tra il 5,8 e il 6,1 per cento nel 2015 e sotto il 6% nel 2016. L’inflazione misurata dall’indice Pce (Personal consumption expenditures) dovrebbe oscillare tra l’1,4 e l’1,6% nel 2014, in calo rispetto all’1,3-1,8% atteso in precedenza.
Wall Street ha accolto bene l’inizio del tapering: in lieve territorio negativo fino a prima dell’annuncio, attualmente il Dow segna un +1,3%, lo S&P sale dell’1,1% e il Nasdaq avanza dello 0,6%.