Usa: Fed, l’economia migliora ma la ripresa è ancora a rischio

L’economia americana migliora, i rischi di deflazione si allentano, ma “la ripresa resta a rischio”. Le condizioni attuali non permettono quindi di apportare modifiche al programma di acquisto di bond da 600 miliardi di dollari, il cosiddetto quantitative easing 2 approvato lo scorso novembre. E’ questa la fotografia scattata dalla Federal Reserve, nella riunione dello scorso 14 dicembre in cui confermò i tassi di interesse al livello 0,-0,25%.
Le minute del Fomc, diffuse ieri sera, evidenziano come l’economia statunitense nonostante i miglioramenti si trovi ancora in una fase di debolezza: “Con i recenti dati sulla produzione e sui consumi, lo staff ha rivisto al rialzo il Pil nel breve termine”, ma “le prospettive nel medio termine restano quasi invariate” e dunque l’outlook non è sufficiente per operare “alcun aggiustamento del piano di acquisti di bond”. “E’ necessario più tempo e ulteriori informazioni prima di considerare eventuali modifiche”.
A preoccupare i membri della Fed è soprattutto l’andamento della dinamica occupazionale e del settore immobiliare. “L’attività economica ha continuato a rafforzarsi e il deterioramento del mercato del lavoro è in calo”, tuttavia “l’elevato tasso di disoccupazione, le difficoltà del mercato immobiliare e la stretta del credito continuano a limitare la capacità di spesa dei consumatori”. Ma non solo. La banca centrale Usa teme anche “eventuali ricadute economiche e finanziarie nel caso i problemi legati alle banche e al debito degli stati europei venissero a peggiorare”.
“Altro motivo di preoccupazione è il deterioramento continuo dei conti degli stati e delle comunità locali negli Stati Uniti, che potrebbe tradursi in forti tagli alla spesa e in un aumento delle tasse” si legge nei verbali. E c’è già chi individua gli stati più a rischio: si tratta della California e dell’Illinois. Secondo alcuni esperti, sarebbero i più vicini alla bancarotta a causa dell’alto debito pubblico.
Ieri, Wall Street ha chiuso poco mossa. Grazie ad un’inversione di rotta a metà seduta il listino Usa è riuscito a chiudere sostanzialmente piatto, con il Dow Jones a 11.691,18 punti (+0,18%), lo S&P 500 che si è portato a 1.270,2 punti (-0,13%) e il Nasdaq a 2.681,25 (-0,38%).