Usa: dati sul mercato del lavoro migliori del previsto, ora l’attesa è per la Fed
Segnali positivi dal mercato del lavoro statunitense. A sorpresa il tasso di disoccupazione a luglio è sceso dal 9,2% al 9,1% e le non farm payrolls hanno evidenziato la creazione di 117 mila posti di lavoro nel settore non agricolo dai precedenti 46 mila (rivisto da 18 mila). Entrambi i dati sono migliori delle attese. Gli analisti si aspettavano un tasso di disoccupazione stabile al 9,2% e la creazione di 85mila nuovi posti di lavoro. Le positive indicazioni potrebbero sgonfiare almeno temporaneamente le preoccupazioni che si sono sollevate sulla ripresa economica degli Usa, dopo i deludenti dati della scorsa settimana, e allentare le tensioni sui mercati. I primi effetti sono stati visibili fin da subito con i future sugli indici Usa che si sono portati sopra la parità mentre il cambio euro/dollaro è salito toccando il massimo di seduta sopra quota 1,42.
“Questi dati potrebbero aiutare a stabilizzare il sentiment di mercato”, hanno commentato gli analisti di Ing. Secondo il broker olandese, l’esame più difficile per l’economia a stelle e strisce è stato superato in quanti i dati macro dei prossimi giorni non dovrebbero creare preoccupazioni con la vendite al dettaglio attese in crescita a luglio, visto il positivo andamento delle immatricolazioni reso noto nei giorni scorsi. Ora l’attenzione si sposta all’incontro della Federal Reserve, fissato il prossimo 9 agosto. “Con questa prospettive, la Fed potrebbe diventare più cauta sull’outlook, ma per ora dovrebbe rimanere convinta di evitare un nuovo programma di quantitative easing”, prevedono gli analisti.
Gli occhi rimangono puntati Oltreoceano con la riunione del board della Banca centrale americana. Non sono attesi rialzi dei tassi d’interesse, ma gli operatori iniziano a ragionare sulla necessità di un nuovo piano di quantitative easing per stimolare l’economia. “Sul tema QE3 si sono espressi alcuni ex esponenti della Fed (Kohn, Reinhart e Madigan) in un’intervista pubblicata sul Wall Street Journal – ricordano gli analisti di Mps Capital services – I tre membri reputano che la possibilità di una ricaduta in recessione dell’economia Usa sia tra il 20% ed il 40% e che la Fed dovrebbe considerare un terzo piano di acquisto di titoli solo nel caso in cui l’inflazione rallenti dai livelli attuali e ci siano segnali che l’economia continui a sottoperformare”.