Notizie Dati Macroeconomici Usa: crescono le pressioni in seno alla Fed per un avvio anticipato dell’exit strategy

Usa: crescono le pressioni in seno alla Fed per un avvio anticipato dell’exit strategy

1 Aprile 2011 08:27

I fed funds potrebbero smuoversi dai minimi storici prima del previsto in scia all’aumento delle pressioni inflattive e alla forza mostrata negli ultimi mesi dalla congiuntura Usa. Non è pertanto da escludersi che una prima stretta monetaria arrivi prima della fine dell’anno, mentre fino a poco tempo fa sembrava scontato un mantenimento dei tassi ai minimi fino all’inizio del 2012. Intanto oggi è alta l’attesa per i dati sul mercato del lavoro Usa che a marzo dovrebbe aver confermato il trend di costante creazione di posti di lavoro.


Continuano a susseguirsi le dichiarazioni di membri della Federal Reserve sulle prossime mosse di politica monetaria che potrebbero volgere all’avvio dell’exit strategy. Narayana Kocherlakota, presidente della Fed di Minneapolis, ha detto ieri che a fine anno i fed funds potrebbero salire allo 0,75% se si confermerà la crescita dell’inflazione core e l’economia Usa si confermerà in crescita nell’ordine del 3%. Kocherlakota quest’anno è membro votante del Fomc, il comitato di politica monetaria della Fed. Le attese del presidente della Fed di Minneapolis sono di inflazione core in salita fino all’1,3% a fine anno (a febbraio è salita all’1,1%, massimi a 2 anni) ed economia Usa crescere al ritmo del 3% annuo. “Il QE2 ha agito da stimolo alla crescita meglio del previsto – ha dichiarato ieri Kocherlakota al Wall Street Journal – comportando anche un rialzo delle aspettative di inflazione più di quanto atteso”.


Le ultime dichiarazioni provenienti dai membri della Fed sono state tutte improntate verso un’uscita graduale dalla politica ultra-accomodante e hanno allontanato la possibilità di un terzo round di quantitative easing. In settimana erano arrivate le dichiarazioni di Thomas Hoenig, presidente della Fed di Kansas City, ha dichiarato che la politica espansiva della Fed sta alimentando i prezzi delle materie prime e sarebbe auspicabile un rialzo dei tassi di interesse di riferimento verso l’1% “al più presto”. Il presidente della Fed di Philadelphia, Charles Plosser, ha dichiarato venerdì scorso che è auspicabile porre fine il prima possibile al QE2. Inoltre, secondo il “falco” Plosser, i fed funds dovrebbero incominciare a salire fino a portarsi al 2,5% circa entro un anno.


I federal funds rate sono fermi ai minimi storici (range 0-0,25%) dal dicembre 2008. Il consensus di mercato vede però ancora i fed funds fermi per tutto il 2011 con un primo rialzo atteso soltanto nel primo trimestre del prossimo anno. La prossima riunione del Fomc è in agenda il prossimo 26-27 aprile e potrebbe anche discutere su un possibile stop anticipato del QE2, piano di acquisto di Treasury per complessivi 600 miliardi di dollari che scade a fine giugno. 

 

Société Générale rimarca però come i falchi in seno alla Fed, soprattutto guardando i membri votanti, risultano ancora in minoranza e le crescenti attese di un’exit strategy della Fed prima del previsto potrebbero andare deluse. “La convinzione della Fed che il quantitative easing lavora principalmente attraverso gli effetti sull’azionario è un argomento importante contro l’uscita anticipata dal QE2”, sottolinea SocGen che aggiunge come l’impatto degli acquisti Fed ha un prezzo al momento l’annuncio del programma piuttosto che durante gli acquisti in corso. E un arresto dell’obiettivo preannunciato innescherebbe effetti negativi sul sentiment di mercato. Pertanto SocGen non pensa che Bernanke sia pronto a prendere tale rischio. Le previsioni della banca d’affari transalpina sono di fed fund fermi fino a metà 2012.


Intanto il mese di aprile si apre oggi con gli importanti riscontri in arrivo dal mercato del lavoro. A marzo è attesa la creazione di 190 mila posti di lavoro nei settori non agricoli dopo i +192mila del mese precedente. La disoccupazione è vista stabile all´8,9%, livello a cui è scesa a febbraio e che rappresenta il minimo dall´aprile 2009. Miglioramenti sul mercato del lavoro che, abbinati all´aumento del ritmo di crescita economica, stanno spingendo la Fed a un nuovo approccio rispetto alla politica monetaria ultra-accomodante degli ultimi anni. Da notare che subito dopo il meeting di aprile del Fomc , arriverà l´importante prima lettura flash del pil statunitense nel primo trimestre 2011, in agenda il 28 aprile. Il mercato vede per il primo trimestre dell´anno un +3,35% dell´economia Usa. Per l´intero 2011 il consenso vede un +3,1% del pil, così come per il 2012. Nel quarto trimestre del 2010 la crescita del pil statunitense è stata del 3,1% annualizzato.