Unione Petrolifera: entro il 2021 il fisco peserà per ulteriori 12-14 centesimi di euro al litro

Il calo del prezzo del petrolio registrato nella seconda parte del 2014 ha favorito una discesa delle quotazioni dei carburanti. La riduzione del prezzo potrebbe tuttavia trovare un ostacolo nel fisco. Questo almeno secondo Alessandro Gilotti, presidente uscente dell'Unione Petrolifera.
Nel corso del suo intervento all'assemblea dell'associazione di settore, il manager ha dichiarato infatti che da qui al 2012 il carico fiscale per i carburanti potrebbe aumentare di 12-14 centesimi al litro.
"Oggi il carico fiscale è intorno al 60% del prezzo finale", ha dichiarato Gilotti, evidenziando come il problema dell'elevato peso delle tasse sui carburanti "si riproporrà con forza nei prossimi anni considerato che tra Iva, clausole di salvaguardia e coperture varie sono già programmati aumenti fino al 2021 per un totale di 3 miliardi di euro". Ossia circa 12-14 centesimi al litro.
In questo senso, Gilotti ha auspicato che il Governo di Matteo Renzi trovi altre soluzioni per soddisfare le esigenze di bilancio scongiurando l'aumento della pressione fiscale sui carburanti. Questo per evitare di gravare ulteriormente sui consumi di famiglie ed imprese e dunque anche sulle prospettive di ripresa economica.
Nel corso del suo intervento all'assemblea dell'associazione di settore, il manager ha dichiarato infatti che da qui al 2012 il carico fiscale per i carburanti potrebbe aumentare di 12-14 centesimi al litro.
"Oggi il carico fiscale è intorno al 60% del prezzo finale", ha dichiarato Gilotti, evidenziando come il problema dell'elevato peso delle tasse sui carburanti "si riproporrà con forza nei prossimi anni considerato che tra Iva, clausole di salvaguardia e coperture varie sono già programmati aumenti fino al 2021 per un totale di 3 miliardi di euro". Ossia circa 12-14 centesimi al litro.
In questo senso, Gilotti ha auspicato che il Governo di Matteo Renzi trovi altre soluzioni per soddisfare le esigenze di bilancio scongiurando l'aumento della pressione fiscale sui carburanti. Questo per evitare di gravare ulteriormente sui consumi di famiglie ed imprese e dunque anche sulle prospettive di ripresa economica.