Unicredit: volano i diritti, in rialzo anche il titolo. Dopo l’aumento, fari su rinnovo board
Dopo quattro batoste consecutive Unicredit rialza la testa a Piazza Affari mostrando un progresso di oltre 4 punti percentuali a 2,39 euro. Il titolo dell’istituto di piazza Cordusio, da quando il management ha annunciato il forte sconto applicato alla ricapitalizzazione, ha registrato un tonfo di oltre 40 punti percentuali. Nel secondo giorno di negoziazione, inoltre, volano i diritti con un balzo del 59% a 0,745 euro dopo essere crollati ieri con un -65,4% a 0,47 euro. Secondo indiscrezioni di stampa, nei giorni scorsi la Fondazione Cariverona avrebbe già smobilitato lo 0,7% detenuto in Unicredit portando la sua quota complessiva al 3,5%, soglia che l’ente scaligero dovrebbe mantenere anche post aumento.
Alla chiusura di ieri la capitalizzazione della banca milanese è scesa intorno ai 5 miliardi di euro, un valore inferiore rispetto ai 7,5 miliardi chiesti agli azionisti per venire incontro alle indicazioni della European Banking Authority (EBA) per quanto riguarda il rafforzamento patrimoniale. La market cap di piazza Cordusio è quindi pari alla sola partecipazione detenuta nella controllata Pekao Bank, istituto leader in Polonia. Anche per questo motivo, gli analisti hanno iniziato a giudicare convenienti per un eventuale ingresso gli attuali livelli borsistici del titolo Unicredit.
Secondo gli esperti di Berenberg è arrivato il momento giusto per incrementare posizioni sull’azione della banca guidata da Federico Ghizzoni, che adesso è la “preferred pick” nel comparto bancario italiano. Gli analisti di JP Morgan scrivono invece che il gap di capitale rispetto ai competitor si è chiuso ed il miglioramento dell’asset quality è fondamentale per incrementare la profittabilità. Ubs ha alzato la raccomandazione su Unicredit a buy dal precedente neutral in scia “ad una valutazione a sconto e ad una solida base di capitale grazie all’aumento di capitale che, una volta completato, porterà il Core Tier 1 dell’istituto sopra il 9%”.
Gli esperti della banca elvetica ricordano come nell’ultimo anno Unicredit abbia sottoperformato del 70% il comparto europeo del credito ed ora tratta a 0,3 volte il tangible equity. “La nuova strategia del gruppo potrebbe aiutare a ridurre il gap di profittabilità rispetto ai competitor e il rinnovo del Cda in primavera potrebbe rappresentare un catalyst”, spiega Ubs nella nota odierna. In questi mesi, come scritto ieri da questa testata, la squadra di vertice di Unicredit (Federico Ghizzoni e i vice Paolo Fiorentino, Roberto Nicastro e Jean Pierre Mustier) si gioca il tutto per tutto. Il prossimo aprile, infatti, verrà rinnovato completamente il Cda di piazza Cordusio. L’obiettivo è quello di convincere soci forti e piccoli azionisti che le sofferenze sono finite ed è finalmente arrivato il momento della svolta.