Unicredit: torna d’attualità cessione di Pioneer, valutazione vicina ai 3 mld con fondi Usa alla finestra
Possibile interesse da oltreoceano per Pioneer, la società di asset management del gruppo Unicredit. Secondo le indiscrezioni riportate oggi dal Sole 24 Ore, alcuni grandi fondi di private equity statunitensi sarebbero tornati a bussare in casa Unicredit per rilevare il controllo di Pioneer Investments chiedendo di poter avviare la due diligence sulle attività oggetto di interesse. la trattativa sarebbe ancora in fase embrionale, ma Unicredit avrebbe deciso di farsi assistere da Morgan Stanley in veste di advisor. Tra i nomi ipotizzati dal quotidiano di Confindustria, che ipotizza un’eventuale valutazione di Pioneer tra 2 e 3 mld di euro, ci sono Bain Capital, Apollo e Goldman Sachs Capital.
Oggi Unicredit si muove in buon rialzo a Piazza Affari accodandosi al buon umore dell’intero comparto bancario. Il titolo dell’istituto guidato da Federico Ghizzoni segna un progresso dell’1,02% a quota 6,41 euro.
Valutazione vicina ai 3 mld
Pioneer vanta circa 200 miliardi di masse gestite e 2 mld di patrimonio netto. Equita Sim stima 240 mln di euro di utile netto nel 2014. “Non immaginiamo una cessione totale per l’esigenza del compratore di garantirsi il commitment della banca – rimarca la sim milanese – con valutazioni nell’ordine di 11-12 volte gli utili, con un possibile impatto positivo sul CET1 di 20-30 bps”. Valutazione di 11-12 volte gli utili che corrisponde a un range tra 2,64 e 2,88 mld in base alla stima di utile 2014 a 240 mln.
Pioneer vanta circa 200 miliardi di masse gestite e 2 mld di patrimonio netto. Equita Sim stima 240 mln di euro di utile netto nel 2014. “Non immaginiamo una cessione totale per l’esigenza del compratore di garantirsi il commitment della banca – rimarca la sim milanese – con valutazioni nell’ordine di 11-12 volte gli utili, con un possibile impatto positivo sul CET1 di 20-30 bps”. Valutazione di 11-12 volte gli utili che corrisponde a un range tra 2,64 e 2,88 mld in base alla stima di utile 2014 a 240 mln.
Nel 2011 era già stata esplorata la possibilità di vendere Pioneer o procedere a una fusione con le francesi Amundi e Natixis in prima fila. Operazione che non andò in porto complici anche i rapporti tesi tra Italia e Francia sulla scia della vicenda Parmalat/Lactalis.