UniCredit, ricetta Mustier funziona. Boom utili e calo npl, titolo corre verso quota 17 euro
La gestione del ceo francese Jean-Pierre Mustier sta dando i suoi frutti. UniCredit ha reso noto di aver concluso il primo trimestre del 2017 con un utile netto di 907 milioni di euro, in crescita del 40% su base annua. Il risultato è migliore delle attese degli analisti, che prevedevano un attivo di 612 milioni di euro. Il titolo UniCredit apre in solido rialzo, confermandosi titolo migliore del Ftse Mib con un balzo superiore a +5%, a 16,92 euro, a ridosso della soglia dei 17 euro e a nuovi
Nella nota con cui viene diffuso il bilancio si legge il commento di Mustier:
“Confermiamo il nostro obiettivo di un margine di interesse pari a 10,2 miliardi nel 2017 e un Cet1 ratio fully loaded superiore al 12% a fine anno. Stiamo già vedendo i primi ma tangibili risultati del nostro piano” commenta il ceo di Unicredit, Jean Pierre Mustier.
Gli utili netti sono praticamente più che raddoppiati rispetto ai 406 milioni di euro del primo trimestre del 2016, sostenuti dalla crescita del fatturato e da costi e accantonamenti minori.
Da quando ha preso le redini della banca lo scorso luglio, l’AD Mustier ha realizzato cessioni, venduto crediti deteriorati (npl- non performing loans) e lanciato un maxi aumento di capitale del valore di 13 miliardi di euro, nell’ambito di un piano volto a semplificare la struttura della banca e a tagliare i costi. Ora UniCredit punta a un utile netto di 4,7 miliardi di euro nel 2019, con una strategia focalizzata sulla riduzione ulteriore dei crediti deteriorati e anche delle spese.
Mustier ha parlato di”un primo trimestre promettente, con un contributo positivo al gruppo da parte di tutte le principali linee di business” e ha fatto notare che “stiamo già vedendo i primi ma tangibili risultati del nostro piano. Confermiamo anche il nostro obiettivo di un margine di interesse pari a 10,2 miliardi nel 2017 e un CET1 ratio fully loaded superiore al 12 per cento a fine anno”.
Così la nota completa relativa al commento di Mustier:
““UniCredit ha chiuso un primo trimestre promettente, con un contributo positivo al Gruppo da parte di tutte le principali linee di business. I ricavi hanno raggiunto 4,8 miliardi, in aumento di quasi il 12 per cento nel trimestre e del 3 per cento nell’anno. Il risultato netto è cresciuto significativamente ed è pari a 907 milioni, in aumento del 40 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questi risultati confermano la forza di UniCredit come banca commerciale paneuropea semplice e con un business di CIB completamente integrato. Tali risultati sottolineano, inoltre, come il concetto di “One Bank One UniCredit” e l’implementazione di Transform 2019 stiano già contribuendo attivamente alla nostra performance. Continuiamo ad avere una forte attenzione ai costi, in calo del 1,5 per cento trimestre su trimestre e del 3 per cento anno su anno. La qualità dell’attivo è in ulteriore miglioramento con minori rettifiche su crediti, un più alto rapporto di copertura delle esposizioni deteriorate e un calo del costo del rischio a 60 punti base. Confermiamo anche il nostro obiettivo di un margine di interesse pari a 10,2 miliardi nel 2017 e un CET1 ratio fully loaded superiore al 12 per cento a fine anno. Stiamo già vedendo i primi ma tangibili risultati del nostro piano e sono orgoglioso dell’attenzione che ogni persona del Gruppo mette nell’esecuzione e nel raggiungimento degli obiettivi di Transform 2019.”
In riferimento al piano Transform 2019, si legge nel comunicato della banca:
“L’implementazione del piano Transform 2019 è in pieno svolgimento. Nel 1trim17 il Gruppo ha già compiuto progressi per il conseguimento dei propri obiettivi:
Rafforzamento ed ottimizzazione del capitale: l’aumento di capitale da €13 mld, concluso con successo lo scorso 2 marzo, è stato uno dei maggiori pilastri in termini di rafforzamento ed ottimizzazione della posizione patrimoniale di UniCredit. Il CET1 ratio fully loaded ha raggiunto l’11,45 per cento nel 1trim17. Il CET1 ratio pro forma è superiore al 12 per cento, includendo le cessioni di Pioneer e Bank Pekao (c. 1,5 p.p.) e tenendo conto delle dinamiche degli RWA attese per il 2017.
Miglioramento della qualità dell’attivo: l’attività di de-risking del bilancio è in corso, con le esposizioni deteriorate lorde del Gruppo in calo da €56,3 mld nel 4trim16 a €55,3 mld nel 1trim17. Il profilo di rischio si è ridotto, con un rapporto tra esposizioni deteriorate e totale dei crediti in calo dall’11,8 per cento nel 4trim16 all’11,4 per cento alla fine di marzo 2017. Il rapporto di copertura nel 1trim17 è salito di 0,7 p.p. al 56,3 per cento.
“Le cessioni di esposizioni deteriorate lorde hanno totalizzato €300 milioni circa; ulteriori cessioni sono state completate nel mese di aprile per un controvalore di circa €400 mln. Unicredit sta compiendo ulteriori passi decisivi per risolvere la questione delle esposizioni deteriorate e ha siglato un accordo per la cessione di un portafoglio di leasing pari a €500 mln. La vendita avrà impatto sui risultati del 2trim17.
Nella sezione Outlook del comunicato si legge:
“Durante il 2017, UniCredit dovrebbe beneficiare della generale, sebbene graduale, ripresa del ciclo economico, anche se i tassi di interesse rimarranno eccezionalmente bassi, impattando di conseguenza le dinamiche del margine d’interesse. Il Gruppo potrà far leva su di una solida posizione patrimoniale, avendo completato l’aumento di capitale da €13 mld, uno dei Pilastri del piano “Transform 2019”. UniCredit inoltre beneficerà delle altre iniziative previste nel Piano, volte a migliorare la qualità dell’attivo, a trasformare il modello operativo, a massimizzare il valore di banca commerciale e ad adottare un centro snello ma con potere di guida.
LE DICHIARAZIONI DI MUSTIER NELLA CONFERENCE CALL
Nessuna speranza di capire meglio le indiscrezioni dell’ex direttore del Corriere della Sera, Ferruccio De Bortoli, secondo cui nel 2015 l’ex ministra e ora sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi, avrebbe chiesto all’allora AD Federico Ghizzoni di valutare l’acquisto di Banca Etruria da UniCredit. “Mi dispiace, capisco che debba chiederlo ma questa conference call è solo sui risultati e rispondiamo solo sui risultati”, ha tagliato corto Mustier.
“E’ corretto”, ha risposto Mustier alla domanda se con l’approvazione dei conti del primo trimestre non si fosse effettuata una ulteriore svalutazione in Atlante.
Sul caso Alitalia: “Abbiamo sempre supportato Alitalia e siamo delusi che non sia stata raggiunta una soluzione di sistema”. Riguardo alla quota in Cai, questa è stata “completamente svalutata” ma è anche “totalmente coperta” per difendere “gli interessi dei dipendenti, degli azionisti e dei clienti” dell’istituto.
Prosegue la cura da cavallo incentrata sulla riduzione dei costi e del personale, con la chiusura di filiali.
– Le iniziative per il contenimento dei costi del gruppo UniCredit sono in corso di attuazione: sono già state realizzate il 36% delle chiusure programmate di filiali e il 32% della riduzione prevista dell`organico entro il 2019. Lo rende noto l’istituto nella prima trimestrale 2017.
Nel dettaglio, nel primo trimestre il gruppo ad ora ha 3.470 filiali in Europa occidentale (-66 unità su base trimestrale, -268 unità su base annua) e 1.793 filiali in CEE (-8 unità trim/trim, -107 unità a/a), con riduzione pari al 36% delle 9.446 chiusure da completare entro il 2019. Il contenimento della struttura dei costi è stato sostenuto anche da una riduzione dell’organico di circa 1.900 dipendenti (Full Time Equivalent) nel primo trimestre, pari a il 32% delle uscite programmate entro il 2019. In particolare, l’organico addetto alle funzioni di supporto e operative è stato ridotto del 7% nel primo trimestre rispetto al target del 19% stabilito per il 2019.