Unicredit e Intesa Sanpaolo: utili semestrali in calo, ok requisiti patrimoniali Eba
Unicredit e Intesa Sanpaolo hanno affrontato la prova dei conti. Dai risultati semestrali delle due maggiori banche italiane risultano requisiti patrimoniali superiori a quanto richiesto dall’Eba ma, d’altro canto, gli utili sono stati penalizzati dai maggiori accantonamenti.
Intesa Sanpaolo
Ca’ de Sass ha chiuso il primo semestre del 2012 con un utile netto pari a 1,27 miliardi di euro, in calo del 9,1% rispetto agli 1,40 miliardi dello stesso periodo dello scorso. Per quanto riguarda il solo secondo trimestre l’utile si è attestato a 470 milioni, il 41,4% in meno rispetto agli 804 milioni di un anno fa. I ricavi del primo semestre hanno mostrato una crescita del 2,6% a 8,94 miliardi di euro, mentre nel periodo aprile-giugno sono scesi del 14,2% a 4,81 miliardi. A livello patrimoniale il Core Tier 1 si è attestato al 10,7%, mentre il Tier 1 ratio all’11,7%. I costi operativi nel semestre sono scesi dell’1,9% a 4,45 miliardi di euro, mentre nel secondo trimestre si è registrato un lieve rialzo (+1,6%) a 2,24 miliardi. Il cost/income si è attestato al 49,8%, tra i migliori a livello europeo. Per quanto riguarda la gestione operativa, il risultato nei primi sei mesi ha mostrato una crescita del 7,4% a 4,49 miliardi di euro, mentre nel secondo trimestre la flessione è stati pari al 27,6% a 1,89 miliardi di euro.
“Nel 2012 Intesa Sanpaolo continuerà a perseguire l’obiettivo prioritario della redditività sostenibile tramite un’efficiente allocazione della liquidità, un’attenta gestione di tutti i rischi e una continua ricerca dell’efficienza e della produttività”. E’ quanto si legge nel comunicato della banca Mi-To che, alla luce del positivo andamento dei ricavi del primo semestre, ritiene che “con il proseguimento dell’azione di contenimento dei costi e con il costante monitoraggio della qualità del credito nell’esercizio in corso si possa registrare una sostanziale stabilità della redditività operativa al netto delle componenti non ricorrenti del 2011”.
Unicredit
Unicredit ha archiviato il secondo trimestre del 2012 con un utile netto in calo del 66,9% a 169 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Il dato è inferiore alle attese del mercato ferme a 302 milioni di euro. Nel primo semestre i profitti sono scesi del 18% a 1,1 miliardi di euro, di cui 477 milioni dal riacquisto di obbligazioni Tier I e UpperTierII nel primo trimestre dell’anno. Nei primi sei mesi a livello operativo il risultato è stato pari a 5,8 miliardi di euro, in aumento del 3,1%. I risultati, si legge nella nota diramata da Piazza Cordusio, sono stati da una parte sostenuti dal calo del 2,6% annuo dei costi operativi a 7,6 miliardi e dall’altra hanno risentito negativamente del peggioramento della situazione italiana, con accantonamenti su crediti in progresso del 23,6% a 3,3 miliardi su base annua. In flessione dello 0,2% i ricavi che si sono attestati a 13,4 miliardi di euro. Il margine d’intermediazione nel primo semestre ha mostrato una flessione dello 0,2% a 13,4 miliardi di euro rispetto all’esercizio precedente. In calo del 3,9% il margine d’interesse che è stato di 7,5 miliardi mentre nel II trimestre è risultato pari a 3,7 miliardi di euro. Le commissioni nette sono diminuite nel semestre del 5,2% su base annua a 3,9 miliardi di euro mentre le rettifiche nette sui crediti sono ammontate a 3,3 miliardi in aumento del 23,6% rispetto ai primi sei mesi del 2011.
Unicredit nei primi sei mesi presenta un coefficiente Core Tier 1 ratio pari al 10,4%, il Tier 1 ratio al 10,9% mentre il Total Capital ratio raggiunge il 13,5%. Il Core Tier 1, si legge nella nota della banca milanese, è pienamente conforme alle regole dell’Eba, ben al di sopra della soglia del 9% richiesta entro giugno 2012.
“Nonostante il rapido peggioramento del contesto economico mondiale, nel secondo trimestre 2012 il margine operativo lordo di Unicredit mostra una buona tenuta, sostenuto dal dinamismo che caratterizza l’attuazione del programma di riduzione dei costi previsto dal piano strategico”, commenta Federico Ghizzoni, amministratore delegato di Piazza Cordusio. “Il margine d’interesse tiene bene, nonostante il rallentamento dei volumi commerciali, mentre Unicredit raccoglie i frutti prodotti dal modello aziendale diversificato. Ulteriore miglioramento anche del rapporto crediti su depositi. Il calo dell’utile netto è da imputare in particolare agli accantonamenti su crediti, con un rapporto di copertura in complessiva crescita in Italia nel trimestre. Il miglioramento della redditività operativa attesta i continui progressi del turnaround in Italia”, conclude il top manager.