Unicredit e Intesa avanti tutta: tripla spinta da spread, BoJ e conti Deutsche Bank
Piazza affari apre in gran rialzo la settimana con il Ftse Mib che sprinta subito in area 17.287 punti, in rialzo del 2,54% con banche protagoniste in scia all’allentamento delle tensioni sullo spread e i conti migliori delle attese diffusi da Deutsche Bank. In generale i mercati oggi si muovono bene con l’ottimismo infuso dalla mossa della Bank of Japan.
La settimana delle banche centrali, che vedrà protagonista la Fed il 29 e la Bce il 30 aprile, si è aperta con il botto con la BoJ che ha promesso anche di acquistare un ammontare illimitato di titoli di stato giapponesi, nell’ambito del suo programma di Quantitative easing, rimuovendo così il limite degli acquisti su base annua, precedentemente fissato a 80 trilioni di yen.
Una sponda arriva anche dal continuo calo del ritmo di decessi per coronavirus e dall’avvicinarsi della fine delle misure di lockdown in molti paesi. Riapertura che però non è priva di rischi. “Il rischio è la paura. La paura del virus è sempre stata la principale fonte di danno economico. Se la riapertura sarà troppo presto o le persone credono che è troppo presto”, rimarca Paul Donovan, Global Chief Economist di UBS Wealth Management. L’esperto ritiene poi che il rimbalzo da Fase-2 potrebbe essere più forte in Europa rispetto agli Stati Uniti. “I pensionati, le persone che lavorano normalmente, le persone che lavorano da casa e le persone che vivono in Europa ricevono un reddito normale o quasi normale. La spesa è diminuita. Ciò significa risparmi forzati. Quei risparmi potrebbero sostenere il rimbalzo, se la paura è contenuta”, argomenta Donovan.
Ieri sera il premier italiano Giuseppe Conte ha annunciato il graduale avvio della Fase-2 il 4 maggio. Per L’Italia respiro di sollievo con il mancato downgrade da parte di S&P Global Ratings che ha confermato il giudizio con outlook negativo. Repentina la reazione dello spread Btp-Bund che questa mattina scende del 6% circa sotto i 225 punti base, proseguendo con decisione il movimento discendente delle ultime sedute.
Intesa e Unicredit guidano rally banche
Tra le big di Piazza Affari si giovano dell’effetto spread e delle attese di mossa ultra-espansive delle banche centrali i titoli del settore bancario con +4% in avvio per Intesa Sanpaolo e Unicredit. Molto bene anche UBI con +3,8%. In un’intervista nel weekend il ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, ha confermato il commitment sul deal verso UBI ritenendo che il razionale strategico dell’operazione viene ulteriormente rafforzato dalla necessità di dar vita a realtà ancora più resilienti a shock esterni. Messina ha anche detto che l’obiettivo della banca è di procedere alla distribuzione del dividendo nel 2020 nel caso in cui la Bce dovesse sospendere il vincolo al pagamento al momento valido fino al 1 ottobre. La distribuzione del dividendo a valere sull’utile 2019 resterebbe confermata a 3,4 miliardi di euro, ammontare di cui potrebbero beneficiare gli azionisti di UBI in caso di adesione all’offerta pubblica di scambio che dovrebbe essere lanciata a luglio.
Deutsche Bank sorprende
Stamattina Deutsche Bank ha alzato il velo sui conti del primo trimestre in anticipo. La banca tedesca prevede un utile al lordo delle imposte di 206 milioni di euro e un utile netto di 66 milioni di euro, superiore alle aspettative del mercato. Previsto inoltre un fatturato di 6,4 miliardi di euro. Il Common Equity Tier 1 (CET1) ratio della banca è pari al 12,8% a fine trimestre, in calo rispetto al 13,6% di fine anno. Il titolo a Francoforte segna +7%.
“Siamo molto soddisfatti che i risultati del primo trimestre dimostrino i progressi che stiamo facendo nella trasformazione della nostra banca, la forza operativa della nostra attività e la nostra capacità di resistenza” afferma Christian Sewing, amministratore delegato della banca tedesca, che aggiunge: “Siamo fermamente impegnati a mobilitare il nostro bilancio per sostenere i nostri clienti, che hanno ancora più bisogno di noi. La nostra decisione in tal senso significa che il nostro Common Equity Tier 1 ratio può scendere temporaneamente al di sotto del nostro obiettivo minimo del 12,5%, senza indebolire il nostro solido bilancio. Con il nostro attuale rapporto del 12,8%, siamo comodamente al di sopra del nostro requisito minimo del 10,4%. Siamo convinti che ciò sia nell’interesse di tutti i nostri stakeholder”.
Infine, sempre relativamente al settore bancario, la Commissione Europea ha avviato una consultazione riguardo alle misure di aiuto di Stato che gli Stati membri potranno adottare a sostegno delle imprese impattate da Covid-19. La proposta di Bruxelles è di un’estensione delle garanzie statali sui prestiti di emittenti non finanziari anche di tipo subordinato, il cui rimborso è quindi gerarchicamente successivo rispetto a quello di un debito senior. Secondo il Sole, la garanzia sarebbe comunque vincolata ad alcuni parametri aziendali (5% del fatturato o 40% del costo del lavoro). Tale tipologia di debito, poco diffusa a livello nazionale, è invece esclusa dal programma di acquisto della BCE, che può acquistare soltanto titolo senior di emittenti corporate con rating investment grade (fino alla BBB-).