Notizie Notizie Italia Unicredit-Capitalia, nasce la prima superbanca italiana

Unicredit-Capitalia, nasce la prima superbanca italiana

21 Maggio 2007 06:37

100 miliardi di capitalizzazione, 9200 sportelli, più del 50% di ricavi prodotti all’estero e sinergie per 1,2 miliardi. Sono questi solo alcuni dei numeri del matrimonio dell’anno, quello tra Unicredit e Capitalia, che danno così vita al primo colosso bancario italiano, secondo in Europa e sesto nel mondo per capitalizzazione. I preparativi per le nozze, durati circa 15 giorni, era cominciati il giorno prima del consiglio di amministrazione dell’istituto capitolino (8 maggio) e si sono conclusi ieri con la benedizione da parte dei rispettivi cda.


Per quanto riguarda le informazioni tecniche è stato rispettato il copione che era stato anticipato nei giorni scorsi con un rapporto di concambio di 1,12 nuove azioni ordinario di Unicredit per ogni azione ordinaria di Capitalia. Un rapporto di concambio che valorizza un premio del 23,5% e del 24,4%, rispettivamente, sul prezzo di chiusura dell’istituto romano e sulla media dei prezzi nei tre mesi precedenti alla data in cui hanno cominciato a diffondersi le indiscrezioni di mercato sul deal. E sempre per Capitalia il prezzo di partenza è fissato a 6,85 euro che grazie all’aggiunta del premio valorizza il titolo a 8,45 euro. Mentre per la banca di piazza Cordusio il prezzo di partenza è pari a 7,55 euro e arriva a 9,39 euro.


Inoltre, si stima che l’aggregazione potrà generare – come si legge nel comunicato congiunto diramato dalle due società – sinergie lorde pari a circa 1,2 miliardi di euro dal 2010, circa il 68% delle quali deriverà da risparmi di costi e il 32% da ricavi incrementali ottenibili anche grazie al trasferimento di best practice. Gli oneri di ristrutturazione una tantum, stimati in circa 1,1 miliardi di euro (circa 135% delle sinergie di costo), saranno contabilizzati a conto economico nel 2007 e nel 2008. Il valore attuale netto delle sinergie (al netto degli oneri di ristrutturazione) è stimato in un ammontare pari a circa 7 miliardi di euro, equivalenti al 39% della capitalizzazione di mercato di Capitalia.


Una tabella di marcia ben precisa per l’istituto di guidato da Alessandro Profumo e quello del dimissionario amministratore delegato, Matteo Arpe: ottenute le necessarie autorizzazioni da parte di Banca d’Italia, Antitrust e Isvap e dopo l’approvazione delle assemblee straordinarie delle rispettive società, previste tra la fine di luglio e l’inizio di agosto, la fusione dovrebbe essere operativa a partire da primo ottobre.


Sul fronte del business, il nuovo colosso bancario in seguito alla fusione adotterà un modello di coerente con l’attuale struttura divisionale di Unicredit, incentrata sulla segmentazione della clientela (retail, private e corporate) e basata su fabbriche di prodotto globali. In particolare, l’offerta di servizi retail avverrà in Italia attraverso 3 entità distinte (UniCredit Banca, Banca di Roma, Banco di Sicilia), al fine di massimizzare l’efficacia commerciale avvalendosi di marchi esistenti fortemente riconosciuti e di competenze radicate nel territorio.


La nuova realtà bancaria avrà un consiglio di amministrazione che avrà come presidente Dieter Ramp, attuale numero uno della banca milanese; il presidente di Capitalia, Cesare Geronzi, coprirà la carica di vice presidente; e infine, la guida del nuovo gruppo rimarrà sempre nelle mani dell’attuale amministratore delegato di Unicredit, Alessandro Profumo.


Escluso dai giochi, invece, l’attuale a.d. dell’istituto capitolino, Matteo Arpe. Il manager esce ufficialmente di scena il prossimo 31 maggio, giorno in cui saranno effettive le sue dimissioni presentate ieri a margine del cda a Roma. Arpe si è congedato con due lettere: una indirizzata ai consiglieri e l’altra ai dipendenti. Il dimissionario ceo di Capitalia è pronto, dunque, a voltare pagine con una buona uscita pari a cinque anni di compensi. Un addio che ha un sapore amaro dopo le parole dure rivolte a Geronzi, raccontate dai suoi collaboratori: “Se non avessi dato le dimissioni mi avrebbe tolto ritirato tutti gli incarichi”.

 

E dopo un avvio di contrattazioni positivo per il duo Unicredit-Capitalia (+1,58% a 7,39 euro per l’istituto di Piazza Cordusio,  +2,07% a 8,135 euro per Capitalia), a circa mezzora dall’apertura di Piazza Affari i due titoli bancari, protagonisti del deal bancario, hanno virato in negativo. Unicredit e Capitalia perdono, infatti, ripsettivamente il 4,59% a 7,165 euro e lo 0,75% a 7,91 euro.

 

(Notizia aggioranata alle 9.40)