Unicredit: analisti vedono utile oltre i 900 milioni, focus anche su impatto spread su CET1
Test conti trimestrali per Unicredit. Dopo i riscontri oltre le attese arrivati dall’altra big Intesa Sanpaolo, l’istituto di piazza Gae Aulenti è chiamato a confermare la tenuta dei ratio patrimoniali delle banche all’impennata dello spread.
Il cda per l’approvazione dei conti semestrali è in agenda oggi, ma i conti verranno diffusi domani mattina prima dell’avvio delle contrattazioni con successiva conference call con gli analisti del ceo Jean Pierre Mustier alle ore 10:00.
Le sfide per Mustier
La banca guidata da Jean Pierre Mustier ha il vantaggio di avere un’esposizione meno concentrata sull’Italia rispetto alle altre banche italiane. Secondo le stime di Citi Research un aumento sdi 100 punti base dello spread si traduce per Unicredit in un deterioramento di 35 pb del CET1. Al 30 giugno 2018 la banca milanese evidenziava un CET1 ratio fully loaded al 12,51%.
Unicredit aveva calcolato la sua “BTP sensitivity” al 29 giugno 2018: lo spostamento parallelo di + 10pb dell’asset swap spread su BTP ha un impatto di -3,8 pb (o -€137 mln) pre-tasse e -2,6 pb (o -€95 mln) post-tasse sul CET1 ratio fully loaded (capitale).
Le stime per il trimestre, occhio a impatto della controllata turca sui ricavi
Le stime di consensus, riportate sul sito di Unicredit sulla base delle previsioni di analisti rappresentanti 23 broker che coprono il titolo UniCredit, sono di ricavi a 4,77 mld e utile netto a 907 mln. Il margine d’interesse è visto a 2,664 miliardi e le commissioni nette a quota 1,634 miliardi. Il terzo trimestre 2017 si era chiuso con un utile netto rettificato di 838 milioni e ricavi per 4,6 miliardi.
Considerando l’intero 2018 le stime sono di 3,628 miliardi di euro di utile netto con ricavi a 19,7 mld. Il prossimo anno i ricavi sono visto oltre il uro dei 20 mld con utile a quasi 5 mld (4,987 mld).
Uno dei possibili punti deboli del trimestre chiuso al 30 settembre potrebbe essere la crescita dei ricavi con la partecipazione nella turca Yapi Kredi che rischia di agire da freno ai numeri trimestrali del gruppo. A detta di Bloomberg Intelligence la capacità di generare ricavi rimane una grande sfida per Unicredit. Il ridimensionamento dei costi è visto continuare, ma senza ulteriori tagli, probabilmente a un ritmo del 2-3%.