Notizie Notizie Italia Una Ferrari contro l’inflazione, per analisti è una quality stock da pole position per un rifugio sicuro. Elettrificazione non scalfisce l’unicità della Rossa

Una Ferrari contro l’inflazione, per analisti è una quality stock da pole position per un rifugio sicuro. Elettrificazione non scalfisce l’unicità della Rossa

17 Giugno 2022 16:01

Buon rimbalzo di Ferrari che oggi  è arrivata a guadagnare il 2,4% a € 170,8. Nel giorno dopo il “Capital Market Day” (CMD), in cui la casa di Maranello ha svelato il suo nuovo piano industriale al 2022-2026, che introduce diverse novità, inclusa la presentazione a settembre del tanto atteso primo suv “Purosangue”, gli analisti esprimono giudizi sostanzialmente positivi con Intesa Sanpaolo che rivede al rialzo la valutazione così come Banca Akros; quest’ultima ha alzato la raccomandazione ad accumulate da neutral, affermando che la Ferrari rappresenta “un rifugio sicuro” nello scenario attuale e lastrategia di elettrificazione sembra essere un’opportunità piuttosto che una minaccia. 

Target finanziari al 2026

Entro il 2026, Ferrari punta a raggiungere 6,7 miliardi di euro di fatturato con un tasso di crescita annuo composto del 9%, grazie al ricco portafoglio di modelli e personalizzazioni possibili. Maranello stima di raggiungere un Ebit di 1,8-2 miliardi e un Ebitda di 2,5-2,7 miliardi, con un tasso composto di crescita annuo (Cagr) dell’11%. Nel periodo del piano l’obiettivo è di raddoppiare il free cash flow rispetto al 2016-2021, generando 4,6-4,9 miliardi di euro, sostenuto prevalentemente dalla crescente profittabilità e in parte compensato da investimenti di circa 4,4 miliardi.

Ma il numero più interessante del piano industriale è dato dal dividend pay-out, che la società ha deciso di incrementare dal 30% al 35% stabile dell’utile netto rettificato. Inoltre, Ferrari propone l’inizio del programma di riacquisto di azioni proprie da circa 2 miliardi di euro, da eseguirsi entro la fine del piano.

Nel 2025 la svolta elettrica

Per mantenere la gamma prodotti ai massimi livelli, preservando l’unicità, il piano annuncia il lancio di 15 nuovi modelli tra il 2023 e il 2026, mentre il primo bolide full electric arriverà nel 2025. Ferrari punta ad avere una gamma di veicoli ben diversificata: entro il 2026 arriverà a offrire il 40% di veicoli ibridi, il 20% elettrici, mentre per il 40% da veicoli con motori a combustione. Tuttavia, entro il 2030 le percentuali si rimoduleranno e l’obiettivo è la neutralità delle emissioni di carbonio, con la quota di veicoli ibridi ed elettrici che aumenteranno all’80%. “L’elettrificazione ci permetterà di produrre macchine ancora più esclusive”, così commenta il presidente di Ferrari, John Elkann in occasione del CMD.
Sul fronte dell’elettrico l’obiettivo è quello di realizzare un veicolo elettrico che sia prima di tutto una Ferrari. Sarà progettata e costruita interamente a Maranello dove presto comincerà anche la costruzione dell’E-Building, il nuovo stabilimento in cui verranno assemblate le nuove Ferrari elettriche che promettono prestazioni ed emozioni uniche come, tra l’altro, ci si aspetterebbe della storica casa automobilistica.

E l’attesissimo primo SUV

L’altra novità è che a partire da settembre sarà in vendita il “Purosangue”, il nuovo suv targato Ferrari con un 12 cilindri sotto il cofano, e anche se come precisa il direttore commerciale Enrico Galliera, “non sarà un modello destinato a grandi numeri”, questo permetterà secondo gli analisti di Intesa, non solo di salvaguardare l’esclusività del gruppo, ma anche di “ampliare la propria base clienti e differenziandosi dal resto dei player delle auto di lusso anche in campi nuovi e non ancora esplorati”.

Dominano i Buy tra gli analisti

Gli analisti di Intesa Sanpaolo nella giornata di oggi hanno cambiato il rating su Ferrari incrementandolo da Hold (mantenere) a Add (Accumulare). Le nuove iniziative “consentiranno alla Ferrari di continuare a fornire e migliorare i suoi margini di lusso di fascia alta vicini al 38/40% anche oltre il 2026”.

Secondo gli analisti di Equita che mantengo un rating Hold con target price a 195 €, “i piani di Ferrari al 2026 sono leggermente superiori alle stime e leggermente inferiori al consensus”.

Guardando al consensus raccolto da Bloomberg emerge che quasi tutti (11) gli analisti che seguono il titolo danno un’indicazione “Buy”, in 9 dicono di mantenere in portafoglio (“Hold”), mentre solo il 3 hanno una visione ribassista sul titolo. Il target price medio a 12 mesi è pari a 212,38 euro, con un potenziale upside dell’25,7% dai prezzi attuali.

Una Ferrari contro l’inflazione

In linea con i piani del fondatore Enzo Ferrari, il Cavallino Rampante “consegnerà sempre un’auto in meno della domanda di mercato” questo per mantenere l’esclusività del suo prodotto. Un enorme vantaggio in questa era inflazionistica è che le Ferrari sono da sempre anche oggetti da collezione e i facoltosi clienti spesso ne acquistano più modelli.
Non mancano gli esempi di supercar del marchio vendute a cifre folli, come quella raggiunta dalla rarissima Ferrari 250 GTO, venduta nel 2018 alla cifra record di 33 milioni di euro.

Nel corso dei decenni, le vendite della Ferrari si sono dimostrate resilienti alle recessioni, una qualità che potrebbe essere presto messa alla prova viste le attuali turbolenze dei mercati. I clienti non mancano, infatti, la Ferrari non ha visto peggioramenti della domanda, anzi l’azienda potrebbe senza dubbio vendere molti più veicoli del previsto, soprattutto con l’arrivo dei nuovi modelli.

Tuttavia, la casa di Maranello non può permettersi di dormire sugli allori: l’Unione Europea vuole che entro il 2035 tutti i veicoli siano green e non mancano i competitors che stanno cercando di posizionarsi come leader nel settore del lusso elettrico, come la Porsche e la Mercedes-Benz.

Analisi tecnica

Dal punto di vista grafico la situazione tecnica di Ferrari mostra ancora implicazioni ribassiste, con una perdita del -25,96% da inizio anno, anche se nel corso delle ultime sedute di contrattazione la tenuta del livello di supporto a 165 € (livello minimo del 7 marzo) potrebbe favorire un rimbalzo delle quotazioni. Da questo punto di vista un breakout con volumi di area 170 € potrebbe condurre i corsi verso il target a 175-180 €, chiudendo così il gap apertosi nella seduta del 13 giugno. Al contrario il cedimento del supporto in area psicologica dei 160 potrebbe portare ad ulteriori cali con target posto a 150 €.


La tendenza ribassista dei prezzi (massimi e minimi decrescenti) è confermata dalla posizione delle quotazioni al di sotto della trendline decrescente costruita dai massimi di novembre 2021 e confermata anche ad inizio maggio; ma anche dai prezzi sotto le principali medie mobili a 50 e 200 periodi.