Ue raddoppia stime di crescita 2010 dell’Eurozona, mercato del lavoro frena l’Italia

Dopo l’Istat tocca alla Commissione Europea certificare che l’Italia crescerà quest’anno più del previsto. Da Bruxelles, infatti, hanno rivisto al rialzo le stime sul Pil italiano del 2010: +1,1% rispetto al +0,8% previsto in maggio. Nel dettaglio, il Prodotto interno lordo mostrerà un progresso dello 0,5% nel terzo trimestre e dello 0,2% negli ultimi tre mesi. La Commissione Ue resta comunque cauta nei giudizi: la ripresa sarà “moderata” e il comparto industriale dovrebbe fare la parte del leone grazie all’inversione del trend delle esportazioni, dopo il forte calo dello scorso anno.
Le debolezze dell’economia sono quelle già evidenziate la scorsa settimana dall’Istat. I freni alla ripresa arrivano soprattutto dalla dinamica del mercato del lavoro, che secondo Bruxelles “continuerà a pesare sull’evoluzione dei consumi privati”. Inoltre, nei prossimi trimestri gli investimenti nelle costruzioni dovrebbero rimanere deboli. Un altro fattore di rischio è rappresentato dai segnali di instabilità che ancora si notano sui mercati finanziari. Un’instabilità che potrebbe riflettersi negativamente sulle scelte degli operatori economici.
L’Italia, quindi, crescerà più del previsto ma meno della media dell’Eurozona. La Commissione Ue ha infatti rivisto al rialzo anche le stime di crescita dell’Eurozona, a +1,7% da +0,9%, e dell’Unione Europea, a +1,8% da +1%. Per quanto riguarda l’inflazione, Bruxelles dichiara che dovrebbe attestarsi a quota 1,4% dall’1,5% stimato a maggio. Secondo il commissario Ue agli Affari economici, Olli Rehn, “l’Italia cresce meno degli altri Paesi perché la quota delle esportazioni nei Paesi emergenti è più bassa e a causa della perdita di competitività registrata nell’ultimo decennio”.
A livello di singoli Paesi, la Commissione Ue prevede un crescita sostenuta (+3,4%) del Pil 2010 per Germania e Polonia, seguite da Olanda (+1,9%), Gran Bretagna (+1,7%) e Francia (+1,6%). L’unico Paese della zona euro visto ancora in recessione è la Spagna, che dovrebbe subire quest’anno una frenata del Prodotto interno lordo dello 0,3%, contro il -0,4% stimato in precedenza.