Ucraina: referendum in Crimea spaventa i mercati, male la Borsa di Mosca

La crisi in Ucraina torna ad agitare i mercati azionari alla vigilia di un weekend che si preannuncia tesissimo per via del referendum in Crimea, in programma domenica 16 marzo. Negli scorsi giorni il Parlamento della penisola aveva approvato la dichiarazione d’indipendenza e domenica la Crimea si appresta a votare l’annessione alla Russia. La tensione è al massimo anche dopo i fatti di Donetsk, una delle province russofone dell’Ucraina che ieri è stata teatro dell’uccisione di due manifestanti. “La Russia è pronta a invadere l’Ucraina”, è il grido d’allarme lanciato dal presidente ucraino, Oleksander Turchinov.
Secondo le principali agenzie di stampa, Mosca avrebbe lanciato nuove esercitazioni militari nelle zone confinanti con l’Ucraina. In attesa del referendum la Borsa di Mosca viaggia in profondo rosso con l’indice Micex che mostra un tonfo di oltre 3 punti percentuali. Il segretario di Stato statunitense, John Kerry, ha fatto sapere che se il referendum sulla Crimea dovesse procedere lunedì gli Stati Uniti e l’Europa sono pronti per intraprendere sanzioni forti contro la Russia.
In questa delicata situazione le vendite hanno colpito i principali listini azionari a partire da Wall Street, dove il Dow Jones e l’S&P 500 hanno lasciato sul parterre oltre 1 punto percentuale, e da Tokyo, dove l’indice Nikkei ha mostrato una flessione di oltre 3 punti percentuali. Debole anche i listini del Vecchio Continente anche se a Piazza Affari l’indice Ftse Mib limita i danni lasciando sul parterre lo 0,30% in area 20.500 punti.