Ubi Banca: 2011 in rosso per 1,84 miliardi post-svalutazioni, dividendo a 0,05 euro

Ubi Banca ha archiviato il 2011 con una perdita netta pari a 1,84 miliardi di euro rispetto all’utile di 172,1 milioni realizzato nell’esercizio precedente. A pesare sul risultato sono state le svalutazioni dell’avviamento e degli intangibili che sono ammontate a 2,19 miliardi di euro. L’utile d’esercizio pre-impairment è risultato pari a 349,4 milioni, in crescita del 97,1% dai 177,3 milioni del 2010. Il consiglio di gestione proporrà all’assemblea dei soci la distribuzione di un dividendo unitario di 0,05 euro.
In calo dell’1,1% il margine d’interesse che si è attestato a 2,12 miliardi di euro rispetto ai 2,14 miliardi del 2010 mentre le commissioni nette sono cresciute dello 0,7% a 1,19 miliardi rispetto al precedente esercizio. Il risultato della gestione operativa è stato pari a 1,05 miliardi di euro, in progresso del 2,1% da 1,03 miliardi mentre la raccolta diretta totale è ammontata a 102,8 miliardi di euro, in diminuzione del 3,7%.
Indici patrimoniali
Per quanto riguarda gli indici patrimoniali, a fine 2011 il Core Tier 1 ratio del gruppo è pari all’8,56%, il Tier 1 ratio al 9,09% e il Total capital ratio al 13,50%. La banca ha escluso “qualunque nuova operazione di aumento di capitale sul mercato”, si legge nella nota. “Eventuali fabbisogni di natura sostanziale, utili a raggiungere l’obiettivo di Core Tier1 al 9% raccomandato dall’Eba e che dovessero ancora residuare in base a valutazioni da effettuarsi al 30 giugno 2012, saranno coperti con la parziale conversione del prestito obbligazionario convertibile in essere”. Al 31 dicembre 2011 il patrimonio netto consolidato di Ubi Banca, comprensivo del risultato di periodo, si attesta a 8.939 milioni di euro dai 10.979 milioni di euro di fine 2010.
Per quanto riguarda gli indici patrimoniali, a fine 2011 il Core Tier 1 ratio del gruppo è pari all’8,56%, il Tier 1 ratio al 9,09% e il Total capital ratio al 13,50%. La banca ha escluso “qualunque nuova operazione di aumento di capitale sul mercato”, si legge nella nota. “Eventuali fabbisogni di natura sostanziale, utili a raggiungere l’obiettivo di Core Tier1 al 9% raccomandato dall’Eba e che dovessero ancora residuare in base a valutazioni da effettuarsi al 30 giugno 2012, saranno coperti con la parziale conversione del prestito obbligazionario convertibile in essere”. Al 31 dicembre 2011 il patrimonio netto consolidato di Ubi Banca, comprensivo del risultato di periodo, si attesta a 8.939 milioni di euro dai 10.979 milioni di euro di fine 2010.
A fine dicembre il gruppo ha partecipato all’asta LTRO a tre anni promossa dalla Bce per un importo di 6 miliardi di euro, di cui 4 in sostituzione di finanziamenti in essere a scadenze inferiori. A febbraio 2012, l’istituto di credito ha aderito alla seconda asta LTRO per un importo di ulteriori 6 miliardi.
Evoluzione della gestione nel 2012
Il contesto di riferimento, a detta di Ubi Banca, condizionerà la redditività dell’esercizio 2012. Peraltro l’esercizio, si legge nel comunicato, beneficerà delle azioni commerciali già intraprese nel 2011, nonché dei risultati positivi attesi dalla gestione attiva della struttura finanziaria del gruppo. Gli oneri operativi sono previsti in ulteriore riduzione rispetto a quelli registrati nel 2011. Le azioni intraprese sul fronte del monitoraggio della qualità del credito dovrebbero consentire di contenere le rettifiche ad un livello prossimo a quello registrato nel 2011. Conseguentemente, per l’anno 2012, è prevedibile un’evoluzione sia pur leggermente positiva della redditività dell’attività ordinaria a fattori economici costanti.
Il contesto di riferimento, a detta di Ubi Banca, condizionerà la redditività dell’esercizio 2012. Peraltro l’esercizio, si legge nel comunicato, beneficerà delle azioni commerciali già intraprese nel 2011, nonché dei risultati positivi attesi dalla gestione attiva della struttura finanziaria del gruppo. Gli oneri operativi sono previsti in ulteriore riduzione rispetto a quelli registrati nel 2011. Le azioni intraprese sul fronte del monitoraggio della qualità del credito dovrebbero consentire di contenere le rettifiche ad un livello prossimo a quello registrato nel 2011. Conseguentemente, per l’anno 2012, è prevedibile un’evoluzione sia pur leggermente positiva della redditività dell’attività ordinaria a fattori economici costanti.
Il piano industriale 2011-2013/2015 è stato confermato nelle sue linee guida strategiche fondamentali, e la banca non ritiene di procedere ad un suo aggiornamento se non in presenza di una maggiore stabilizzazione del contesto.