Trump vs tutti e non solo, rischio estate “calda” sui mercati. Ecco come difendersi
Giro di boa dell’anno per i mercati con la questione dazi che nell’ultimo mese ha addensato sempre più nubi sulle possibili ricadute per la crescita globale e quindi sul sentiment degli investitori. I duri affondi di Donald Trump sul fronte politica commerciale hanno penalizzato soprattutto i mercati europei nell’ultimo mese (DAX -3,6%, CAC40 -2,4%, Ftse Mib -1,6%) ed emergenti (Hang Seng-6,5%, Shanghai Composite -10%, LATAM -8%), mentre Wall Street ha mantenuto un saldo leggermente positivo.
“I mercati si presentano al giro di boa dell’anno con molte più incognite di quante ce ne fossero a gennaio – argomenta Vincenzo Longo, market strategist di IG – . Il pericolo numero uno rimane quello di un’escalation delle tensioni commerciali che potrebbero sfociare in una guerra Trump vs tutti”. Il pericolo di una guerra commerciale a tutto campo richiama a una certa cautela considerando anche le performance dei mercati azionari degli ultimi anni “e il rialzo dei rendimenti sui Treasury, che inizia a fare crescere il costo opportunità di detenere azioni”, aggiunge Longo.
Un’estate particolarmente “calda” ci attende anche secondo Mps Capital Services che però vede contestualmente aprirsi spazi di opportunità. I mesi estivi saranno il banco di prova per la messa a punto di un’intesa sul tema dazi che il presidente USA ha tutto l’interesse di realizzare e valorizzare in ottica elezioni di mid-term. “Nel frattempo verosimilmente non mancheranno i momenti di escalation di tensione che porteranno a fasi di risk off sui mercati – rimarca l’outlook pubblicato oggi da MPS Capital Services – Se questa idea risulterà corretta, gli operatori inizieranno presto a scontare il peso dei dazi nelle stime di crescita ed utili. A mercati azionari in calo in scia al rallentamento degli EPS e alla revisione al ribasso delle guidance, faranno da contraltare gli acquisti sui titoli governativi core, con il tasso Treasury a 10 anni che è atteso riportarsi in area 2,70%”.
Investitori più prudenti
La liquidità inizia ad avere un costo man mano che la Fed procede con i rialzi dei tassi d’interesse e “pertanto gli investitori dovrebbero e potrebbero adottare un atteggiamento più prudente nelle loro scelte di asset allocation”, sottolinea Longo di IG. L’ultimo sondaggio di BofA Merril Lynch evidenzia infatti deflussi netti dall’azionario globale per 29,7 miliardi $ nell’ultima settimana, il secondo valore più alto di sempre, di cui 24,2 miliardi solo dall’azionario USA (terzo valore più alto di sempre).
Occhio a petrolio e oro
Il petrolio chiude giugno un saldo importante (quasi +11%, miglior mese da aprile 2016). “Nonostante il recente accordo sull’aumento della produzione dei Paesi OPEC – argomenta IG – le quotazioni del greggio potrebbero salire per effetto di uno shock dell’offerta, contribuendo a mettere pressione agli altri mercati, principalmente quello del Fixed Income”.
L’Outlook di Mps Capital Services vede potenziali temporanee prese di profitto sul petrolio in estate verso i 70 $/b, per poi recuperare viste le condizioni di mercato ancora favorevoli al greggio. Per quanto riguarda l’oro, gli stessi strategist ritengono che nel corso dei mesi estivi il metallo giallo dovrebbe riprendersi verso area 1.300 dollari l’oncia dopo le forti vendite di giugno.
Approccio cauto anche per Equita Sim che indica 4 fattori validi per mantenere un approccio prudente e mantenere una riserva di liquidità per approfittare di eventuali correzioni. Le politiche monetarie più restrittive da parte delle banche centrali, rimarca Equita, possono avere un impatto sulla volatilità, sui tassi d’interesse e conseguentemente sulle valutazioni dei titoli; in secondo luogo i continui annunci di misure protezionistiche del presidente Trump possono avere un impatto negativo sulla crescita globale; terzo, i persistenti segnali di accelerazione dell’inflazione Usa, che arrivano al momento non tanto dai dati macro, ma dalle aziende, segnalano la necessità di alzare i prezzi avendo subito un sensibile aumento dei costi. Infine, quanto accaduto ai BTP evidenzia l’elevato valore opzionale della liquidità, cioè la possibilità di comprare nel momento in cui sul mercato ci sono solo venditori.
Week ahead: Wall Street a mezzo servizio, focus su dazi e payrolls Usa
L’incipit del nuovo semestre per i mercati vedrà sempre in primo piano proprio la questione dazi. Il 6 luglio infatti diverranno effettivi i dazi USA verso beni cinesi per un ammontare di 34 miliardi di dollari. Nello stesso giorno inizieranno anche i dazi cinesi di ritorsione verso i beni USA per ammontare analogo.
La prima settimana di luglio sarà poi cadenzata da diversi importanti riscontri macro su entrambe le sponde dell’oceano. In Europa già il 2 luglio nuovo test sul rallentamento in atto della congiuntura con gli indici Pmi manifatturieri dell’area euro e dei singoli paesi dell’Ue. Il clou arriverà invece venerdì 6 luglio con i dati sul mercato del lavoro USA.
Va evidenziato che la settimana sarà caratterizzata da una Wall Street a mezzo servizio con chiusura anticipata il 3 luglio e cartello “close” tutta la giornata di mercoledì 4 luglio in occasione dell’Indipendence Day.