Marchionne si mantiene prudente sulle prospettive di Chrysler e il mercato non gradisce nonostante la trimestrale in crescita. La casa automobilistica di Detroit, che vede Fiat come azionista principale, ha chiuso il secondo trimestre con un utile operativo di 183 milioni di dollari, in crescita del 28% rispetto ai primi tre mesi del 2010. I ricavi hanno raggiunto quota 10,5 miliardi di dollari, in aumento dell’8% rispetto al trimestre precedente. La perdita netta risulta pari a 172 milioni di dollari contro i -197 milioni del primo trimestre. Numeri in deciso miglioramento ma sotto le attese. Equita Sim stimava rispettivamente una perdita netta trimestrale di 5 mln, trading profit di 290 mln e ricavi a 11,6 mld.
Al 30 giugno risulta liquidità per 7,8 mld di dollari. Nel secondo trimestre le vendite di vetture dei marchi Chrysler sono salite a quota 407 mila unità dalle 334 mila dei primi 3 mesi dell’anno.
“La crescita dell’utile operativo – ha dichiarato Sergio Marchionne, a.d. di Fiat e di Chrysler – conferma che il Chrysler è ben incamminata per raggiungere i suoi obiettivi anche se c’è ancora molto lavoro da fare. Il 2010 deve essere visto come un anno di transizione e stabilizzazione”.
Confermata quindi la guidance 2010 con la probabile revisione al rialzo degli obiettivi rinviata in autunno in seguito ai dati relativi al terzo trimestre. Per l’intero 2010 i ricavi sono pertanto attesi tra 40 e 45 mld, con il ritorno all’utile operativo (trading profit tra 0 e 200 mln).
A Milano il titolo Fiat ha virato in rosso dopo i conti di Chrysler e alle 15.05 cede circa l’1% a 10,11 euro (toccato minimo a 9,99 euro).