Notizie Notizie Mondo Trichet rimanda l’appuntamento con la stretta sui tassi nel breve termine. L’euro precipita

Trichet rimanda l’appuntamento con la stretta sui tassi nel breve termine. L’euro precipita

3 Febbraio 2011 15:46

Tutto come da copione nell’Eurozona. La Banca centrale europea ha lasciato invariati i tassi d’interesse all’1%, livello stabilito nel maggio 2009. Spiazzando così la speculazione che a inizio settimana ragionava sulla possibilità di un anticipo del rialzo dei tassi, alimentato dalla nuova impennata dell’inflazione nel mese di gennaio. I membri del consiglio direttivo della Bce che si sono riuniti all’Eurotower sono tornati a fare i banchieri centrali all’antica. E poco importa in questo momento se il vento di guerra che si è sollevato dalla crisi politica in Egitto, con le sue ripercussioni sui prezzi petroliferi, ha riportato alla ribalta il tema dell’inflazione, tornata a prendere il sopravvento su salvataggi e acquisti del debito europeo, argomenti che da un anno a questa parte sono in cima all’agenda di Francoforte, oltre che a Bruxelles.


Gli economisti hanno fatto bene i conti: si attendevano tassi stabili al board di oggi e così è stato. Ma, non si può fare i sordi, la musica è cambiata: l’inflazione europea a gennaio è accelerata al 2,4% dal 2,2% a dicembre, entrambe sopra la soglia del 2% sotto la pressione crescente del petrolio. Qualche giorno fa il Brent scambiato a Londra ha sfondato la soglia fatidica dei 100 dollari. E sui mercati alcuni economisti hanno cominciano a scontare un rialzo dei tassi già a metà anno, anche se la prudenza consiglia di puntare più sulla fine del 2011, se non nel 2012. “Entro il primo semestre 2011 alzerà i tassi perché l’inflazione ha rialzato la testa. Questo è un dato di fatto e Trichet dovrà tenerne conto”, dice convinta Carmela Pace di Mps Finance. Eppure il messaggio che il presidente della Banca centrale europea Jean-Claude Trichet ha inviato, alla conferenza stampa di oggi, lascia poco spazio alle manovre. Con “quel livello dei tassi di interesse dell’Eurozona fermo all’1% da 22 mesi resta adeguato”, il messaggio di Mister Eurotower è chiaro.


I toni del presidente della Bce tra l’altro secondo gli operatori sono stati più da colomba anti-inflazione che da falco, insomma, con il board della Bce che ritiene che per ora sia sufficiente fare la voce grossa per tenere a bada le aspettative inflazionistiche: evitare, cioè, attraverso la garanzia anti-inflazionistica della Bce, che i rincari energetici si estendano automaticamente ad altri settori dell’economia. Molto ovviamente dipenderà dall’evoluzione della crisi egiziana e della ripresa, che contribuisce a spingere i prezzi e per il momento procede meglio del previsto facendo pensare che la crescita, nel primo trimestre, sarà migliore rispetto allo scenario immaginato dall’Eurotower. Ma la prudenza resta la via maestra, quasi d’obbligo, con economie periferiche come Grecia, Portogallo e Irlanda alle prese con misure draconiane di riduzione del deficit che avranno un impatto duro sulla crescita: è proprio per questo che la Bce, nonostante la lenta normalizzazione dei mercati monetari, vuole altre conferme prima di cambiare l’attuale accomodante posizione monetaria.


“Il meeting di oggi non ha portato grandi novità”, osserva Karsten Brzeski di Ing. “La Bce ha deciso di assumere un atteggiamento di wait and see, anche se chiaramente si trova in una posizione meno allettante rispetto all’anno scorso. I recenti sviluppi sul fronte prezzi dell’Eurozona hanno complicato il quadro, ma Trichet si è detto convinto che l’inflazione si confermerà sopra la soglia del 2% nei prossimi mesi, anche se ha menzionato che si tratta ovviamente di un nuovo elemento”. “Al di là di questo l’aumento dei tassi non è imminente – prosegue l’economista tedesco – . La Bce ha le mani legate: prima aspetterà di vedere a quali sviluppi porteranno le riunioni a livello di Unione Europea per mettere a punto nuove misure per la crisi del debito sovrano, quindi monitorerà le decisioni che verranno prese dalla Germania e dalla Francia e non ultimo dovrà considerare gli esiti degli stress test. Quindi non prima dell’estate la Bce muoverà sui tassi. Sarà troppo impegnativo parlare di qualcosa senza vedere prima quale strada sarà imboccata nel corso dell’anno”. “Le aspettative del mercato sul meeting di oggi erano esagerate”, gli fa eco Torge Middendolf di West LB. “Le pressioni domestiche sull’inflazione restano basse, la Bce continuerà a monitorare l’andamento dei prezzi nel medio termine, ma non c’è un reale spazio per effettuare un reale rialzo dei tassi, che noi collochiamo solo nel primo trimestre 2012”.


Per Marco Valli di Unicredit le indicazioni di Trichet sono in linea anche alle sue attese. “Il mercato aveva aspettative esagerate: da parte di Trichet non c’è stata retorica sull’inflazione, ha stressato molto sulla stabilità dei prezzi”, osserva l’esperto che prevede un aumento dei tassi solo a fine anno. Paolo Mameli di Intesa Sanpaolo pone l’accento sui toni del discorso. “Il fatto che non abbia rincarato i toni è bastato a rassicurare i mercati che avevano immaginato un’imminente mossa”. Anche per Fabio Fois di Barclays, che mette in calendario solo a giugno 2012 l’appuntamento con una revisione all’insù dei tassi, il discorso di Trichet di oggi non porta grandi novità, anche se – conclude l’esperto – sarà interessante monitorare l’evoluzione delle quotazioni dei prezzi food dopo l’ennesimo allarme lanciato dalla Fao.

 

Immediata la reazione dell’euro alle parole del presidente della Banca centrale europea: la moneta unica si è indebolita nei confronti del dollari dopo che il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, ha moderato i toni rispetto alle settimane precedenti su un possibile incremento dei tassi di interesse per combattere l’inflazione. La moneta unica, che ieri aveva chiuso a 1,3776 dollari e a metà seduta quotava a 1,3781, ora tratta a 1,3665 sul biglietto verde e a 11,79 yen (112,61 alla vigilia e 112,59 a metà giornata). Inoltre, dagli Stati Uniti sono arrivate notizie incoraggianti sul fronte del lavoro, con le richieste settimanali di sussidi calate oltre le stime, in attesa domani dei dati ufficiali sull’occupazione.