Trichet rilancia l’allarme su crescita e inflazione, possibile un rialzo dei tassi a luglio
A poche ore dalla decisione sui tassi d’interesse negli Stati Uniti (ore 20.15) è stato invece il presidente della Banca centrale europea, Jean Claude Trichet, a far sentire la sua voce per sottolineare le notevoli incertezze sulle prospettive economiche dell’Eurozona e i pericoli nascosti nella corsa dei prezzi. Intervenendo al Parlamento europeo Trichet ha parlato di rischi d’inflazione aumentati nel medio termine, della possibilità della formazione di un’insidiosa spirale salari-prezzi e di rischi al ribasso per la crescita che potrebbero provenire anche dai mercati. Parole che sono apparse più dure di quanto non lo fossero state fino a oggi nel descrivere le considizioni dell’Eurozona e che avrebbero reso ancora più incerta la futura dinamica dei tassi d’interesse se lo stesso Trichet non avesse chiarito di non aspettarsi una serie di rialzi, ma di ritenere possibile una manovra a luglio.
E anche negli Stati Uniti, nonostante il consensus si attenda tassi invariati al 2%, l’incertezza regna sovrana dopo che anche dalla Fed nelle scorse settimane si sono levati allarmi per l’inflazione. Quest’oggi in un report gli analisti di Merrill Lynch si dicono ad esempio convinti che i timori della banca centrale possano essere considerati un bluff a cui non seguiranno interventi. Anzi il team guidato dall’economista David Rosenberg si aspetta che la Fed proseguirà a tagliare i tassi per effetto delle difficoltà dell’economia e di una moderazione dell’inflazione, definita “fenomeno temporaneo”. Da Merrill Lynch si attendono comunque il prossimo taglio non prima del prossimo gennaio, per ripetersi in marzo e arrivare fino a un minimo dell’1,50%. Una visione comunque nettamente differente da quella della comunità finanziaria, che sconta un rialzo entro agosto.