Trichet non stupisce: tassi fermi e focus sui prezzi
Restano al 4%, come da attese, i tassi d’interesse nell’Eurozona. Nessuna novità nemmeno dalla sonnolenta conferenza stampa del presidente della Banca Centrale Europea, Jean Claude Trichet, che ancora una volta ha messo l’accento sulla futura dinamica dei prezzi, confermandola il principale elemento per la definizione della prossima politica monetaria. “L’outlook di medio termine sull’economia è favorevole – ha detto Trichet – ma i rischi di inflazione rimangono al rialzo”, anche per il crescere delle pressioni sui salari. In giugno secondo stime Eurostat i prezzi al consumo sono cresciuti dell’1,9%.
In termini pratici quindi anche se la politica monetaria resterà fortemente dipendente dall’evolversi dei prossimi dati macroeconomici, la Bce avrà un occhio di riguardo per l’inflazione e continuerà ad agire tempestivamente per evitare l’instabilità dei prezzi nel lungo termine. Porta aperta dunque all’eventualità di ulteriori rialzi nelle riunioni di settembre e ottobre. Possibilità confermata anche dalla ripetizione di un altro refrain: “La politica monetaria resta piuttosto accomodante”.
Nella valutazione dei rischi sui prezzi oltre alle pressioni salariali è tornato anche il petrolio, mentre la nuova entrata assoluta è stata la citazione dei pericoli di rinnovati sentimenti protezionistici nei Paesi dell’Unione. L’unico parziale colpo di scena della conferenza è venuto quando, rispondendo alla domanda di un giornalista, Trichet non ha escluso che in agosto possa essere tenuta una teleconferenza. La sorpresa è però presto rientrata quando la guida della Bce ha chiarito che la banca centrale non è intenzionata a modificare le attese del mercato sui futuri rialzi dei tassi di interesse.
La pausa decisa oggi arriva dopo che negli ultimi 19 mesi la Banca Centrale Europea aveva raddoppiato l’entità del saggio d’interesse in risposta alla crescita economica registrata soprattutto in Germania.