Notizie Notizie Italia Tregua deficit grazie a calo spread e minor spesa per interessi. Mazziero Research: in arrivo impennata debito a inizio 2020 

Tregua deficit grazie a calo spread e minor spesa per interessi. Mazziero Research: in arrivo impennata debito a inizio 2020 

7 Gennaio 2020 11:08

Deficit dell’Italia stabile nonostante in calo dell’avanzo primario. Nel terzo trimestre 2019 l’indebitamento netto delle Pubbliche amministrazioni in rapporto al Pil è stato pari all’1,8%, invariato rispetto allo stesso trimestre del 2018. Lo rende noto l’Istat. L’incidenza del deficit è rimasta stabile “in quanto la riduzione dell’avanzo primario è stata quasi completamente bilanciata dalla contrazione della spesa per interessi“, commenta l’Istat. Il saldo primario (indebitamento al netto degli interessi passivi) è infatti risultato positivo, con un’incidenza sul Pil dell’1,6%, ma era dell’1,9% nel terzo trimestre del 2018. Il saldo corrente delle Pubbliche amministrazioni è stato anch’esso positivo, con un’incidenza sul Pil dell’1,1% (1,2% nel terzo trimestre del 2018).

Nel corso del 2019 si è assistito a un consistente calo del costo del debito per l’Italia in scia allo stemperarsi delle tensioni politiche. Il 4 settembre 2019 il tasso del Btp a 10 anni ha toccato un minimo storico a 0,805% in corrispondenza con l’arrivo del nuovo governo M5S-PD e con le nuove mosse espansive da parte della Bce. A ottobre 2018 il tasso Btp decennale toccò un picco al 3,68%.

Il calo del rischio Italia è evidenziato anche dai valori dello spread Btp-Bund che sempre lo scorso autunno sono scesi fino ad area 130 pb, più che dimezzati rispetto a quelli di un anno prima.

Debito giù a fine 2019, poi nuova impennata

Intanto oggi Mazziero Research indica debito pubblico stabile a novembre a 2.450 miliardi dai precedenti 2.445 mld e prevede un forte calo a dicembre: 2.420 miliardi. Debito che però riprenderà a crescere con vigore a inizio anno e salirà sino a giugno tra 2.471 e 2.498 miliardi.

Pressione fiscale in calo, salgono reddito e potere d’acquisto

Nel terzo trimestre 2019 la pressione fiscale in Italia è stata pari al 40,3%, in riduzione di 0,1 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Lo rende noto l’Istat nella nota su “conto trimestrale delle Pubbliche amministrazioni, reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle società”.

Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi sono cresciuti dello 0,4%. Di conseguenza, la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è diminuita di 0,1 punti percentuali scendendo all’8,9%. A fronte di una variazione nulla del deflatore implicito dei consumi, anche il potere d’acquisto delle famiglie è cresciuto rispetto al trimestre precedente dello 0,3%.