Trader spiazzati: banche centrali globali verso azione concertata sui tassi?
Per i mercati finanziari di tutto il mondo, il momento della verità sta per arrivare. Nei prossimi mesi si capirà fino a che punto i vari bazooka monetari lanciati dalle banche centrali abbiano assicurato il loro rally. E , soprattutto, se tali rally siano stati gonfiati, fino a creare bolle speculative.
Prima la Fed, poi la Bank of England e, tra un po’, a dispetto delle rassicurazioni di fonti più o meno anonime, la Bce. Ma anche, a quanto pare, la Bank of Canada: tutte pronte ad avviare il processo di normalizzazione dei tassi.
In generale, come scrive Bloomberg, la prospettiva che quattro delle cinque principali banche centrali del mondo diano il via a strette monetarie o – nel caso della Bce – a riduzioni del piano di Quantitative easing, tra l’altro nello stesso periodo di tempo, sta spiazzando i trader, abituati ad anni di iniezioni di liquidità.
Alert dal mercato dei bond. Parla l’esperto
I timori sono ben rispecchiati nei mercati dei bond, con Mark Chandler, responsabile della strategia di reddito fisso presso RBC Capital Markets, con sede a Toronto, che spiega:
“I mercati obbligazionari sono abituati ormai a credere che basti un lieve calo dell’appetito per il rischio da qualche parte, per indurre le banche centrali a correre in loro aiuto. Ma ora l’impressione è che le banche centrali stiano orchestrando una stretta delle condizioni finanziarie. Ciò implica una maggiore volatilità? Sicuramente la risposta è sì”.
Mercati in tensione: una frase sconvolge i trader
E’ bastato che il presidente della Bce Mario Draghi dicesse che in Eurozona le forze reflazionistiche hanno rimpiazzato quelle deflazionistiche per innescare un tonfo dei Bund tedeschi, che ha portato i tassi decennali a segnare il balzo più forte dal 2015. L’euro ha inoltre messo a segno nella sessione di martedì il rialzo più corposo in mesi.
Dopo poche ore è stato il turno di Mark Carney, governatore della Bank of England, che ha lasciato intendere che potrebbe essere arrivato il momento di iniziare a rimuovere gli stimoli monetari.
Immediata la reazione della sterlina che oggi è volata anche oltre $1,30, mentre i tassi sui Gilt a due anni hanno raggiunto il valore più alto dal giugno del 2016.
Effetto Bank of Canada sul loonie e bond
Non solo: rally anche per i tassi dei bond governativi canadesi a due anni che, per la prima volta dal gennaio del 2015, hanno superato la soglia dell’1%. Buy scatenati sul loonie, che è volato al ritmo più forte in un anno, dopo che il governatore della Banca centrale del Canada, Stephen Poloz, ha ribadito che l’istituto potrebbe considerare l’opzione di tassi più alti.
I trading sugli swap, in questo caso, segnalano che gli investitori scommettono su un rialzo dei tassi nella prossima riunione della Bank of Canada del prossimo 12 luglio con una probabilità del 70% circa, in deciso aumento rispetto al 40% di martedì.
Il risultato delle speculazioni è che lo spread decennale tra Treasuries Usa e bond sovrani canadesi è sceso nella sessione di ieri a 58 punti base, al minimo dallo scorso ottobre.
Inoltre, rispetto ai Bund tedeschi, i Treasuries offrono il vantaggio in termini di rendimenti più basso da novembre.
E nella giornata di oggi, lo spread decennale tra Treasuries Usa e Gilts UK è calato a 105 punti base, al minimo da febbraio.