Torna la propensione al rischio, commodity currencies sugli scudi
L’allentarsi delle tensioni geopolitiche e le indicazioni arrivate da Pechino spingono la propensione al rischio. Il via libera di Damasco alla proposta russa di porre l´arsenale chimico siriano sotto il controllo internazionale allontana l’ipotesi di un intervento statunitense in Medio Oriente spingendo al rialzo gli asset maggiormente rischiosi.
Indicazioni positive arrivano anche dalla Cina dove la produzione industriale il mese scorso ha evidenziato un incremento annuo del 10,4%, mezzo punto in più rispetto alle stime e lo 0,7% al di sopra del dato precedente. Buone nuove anche dalle vendite al dettaglio, salite ad agosto del 13,4%, 20 punti base in più rispetto alle stime e al dato precedente. “I dati provenienti dall’Asia questa mattina portano a credere che i timori relativi all’economia del Dragone possano essere stati sopravvalutati”, ha detto Michael Hewson, senior market analyst di Cmc Markets.
In questo contesto spicca l’andamento delle commodity currencies perché direttamente correlate con la propensione al rischio e con i prezzi delle materie prime. Il cambio tra il dollaro australiano e il biglietto verde fa registrare la terza seduta consecutiva con il segno più mettendo a segno un +0,74% a 0,9294 usd mentre l’incrocio tra il kiwi, il dollaro neozelandese, e il greenback avanza di oltre mezzo punto percentuale a 0,8058.
Con l’eurodollaro stabile a 1,3254, spicca il +0,6% del cambio con la divisa nipponica che passa di mano ai massimi da quasi quattro mesi sopra quota 133 yen. Nelle ultime sedute il cross ha capitalizzato l’assegnazione delle olimpiadi 2020 a Tokyo, il quarto pilastro della politica di Abe.