Torna la volatilità sui mercati, come muoversi con gli ETF
Niente di allarmante e livelli ancora a distanze siderali dai picchi del 2008, ma la volatilità torna a bussare alle porte dei mercati. L’indice Vix che certifica l’andamento della volatilità dello S&P 500 in queste settimane è risalito sui massimi da febbraio raggiungendo area 18, allontanandosi con decisione dai minimi a 6 anni a cui era scesa negli scorsi mesi (minimo a 11,3 il 14 marzo scorso). Livelli del VIX che rimangono comunque sotto la media storica che è di 20,23 considerando gli ultimi 23 anni.
Risalita della volatilità coincisa con l’emerge di timori legati a un ritiro anticipato delle misure straordinarie di stimolo monetario da parte della Federal Reserve. Lo scorso 22 maggio il numero uno della Fed, Ben Bernanke, ha aperto a una riduzione del ritmo di acquisti mensili di bond (attualmente pari a 85 mld di dollari) se si assisterà a un sostenuto miglioramento del mercato del lavoro. E da quel giorno la volatilità sul mercato ha iniziato a intensificarsi portando molti esperti a prevedere che questo fenomeno si confermerà anche nei prossimi mesi. Secondo il ceo di JP Morgan, Jamie Dimon, l’aumento della volatilità contraddistinguerà i mercati finché non ci sarà un ritorno alla normalità per i livelli dei tassi di interesse applicati dalle principali banche centrali. “Ci stiamo avvicinando a un moderato cambiamento della politica della Fed – sottolinea Russ Koesterich, global chief investment strategist di BlackRock – e gli investitori dovranno prevedere qualche aumento dei livelli di volatilità”.
Guardando alle opportunità offerte dagli ETF, le possibilità di movimenti repentini sui mercati azionari come i recenti cali vistovi evidenziati dalla Borsa di Tokyo aumenta le possibilità di trading di breve periodo attraverso l’utilizzo di replicanti a leva o short. Questi prodotti sono atti soprattutto a cogliere i trend di brevissimo periodo e quindi si addicono principalmente a investitori con un’elevata conoscenza ed esperienza in prodotti finanziari. I rendimenti misurati su periodi maggiori di un giorno possono discostarsi da quelli offerti dall’indice di riferimento (effetto compounding), in particolare proprio in periodi caratterizzati da elevata volatilità.
Gli ETF long (e short) che guardano al VIX
Per puntare direttamente sull’asset class volatilità recentemente si è ampliata l’offerta per gli investitori italiani. Lyxor, che un anno fa aveva portato a Piazza Affari il primo ETF legato alla volatilità, il mese scorso ha portato a Milano il Lyxor ETF Unleveraged S&P 500 VIX Futures Enhanced Roll che ha preso il posto del Lyxor ETF S&P 500 VIX Futures Enhanced Roll attraverso un’operazione di fusione per incorporazione. Il cambio ha l’obiettivo di proporre un ETF con un’esposizione solo parziale alle oscillazioni dei future sul VIX in modo da ridurre le variazioni di prezzo dell’ETF stesso. Per fare questo, un comitato di gestione rivede con cadenza settimanale la componente legata all’indice di volatilità S&P500 VIX Futures Enhanced Roll, che può raggiungere un massimo del 50% del patrimonio dell’ETF anziché essere fissa al 100% come accadeva invece con l’ETF incorporato. In questo modo il nuovo ETF consente di mantenere un VAR (Value At Risk – stima della probabilità di perdita massima) contenuto grazie all’impiego di strumenti del mercato monetario nella quota di portafoglio non investita nell’indice di volatilità. La fusione ha comportato anche la riduzione delle spese di gestione (Ter) dal precedente 0,70% allo 0,40%.
Per replicare una posizione long sui future sul VIX la gamma di Lyxor mette a disposizione anche altri due ETF: il Lyxor Etf Dynamic Long VIX Futures Index che replica in maniera dinamica (ammontare esposizione rivista su base giornaliera da un algoritmo quantitativo) l’andamento dell’indice composto da future sul VIX e il Lyxor ETF S&P 500 VIX Futures Enhanced Roll (LUX) che è esposto al 100% all’andamento dell’indice.
Anche questi ETF risultano adatti a investitori con un’elevata esperienza e adeguate competenze sull’asset class della volatilità. Queste premesse suggeriscono di dedicare alla volatilità solo una quota residuale del portafoglio complessivo.
C’è poi il Lyxor ETF Dynamic Short VIX Futures Index che invece permette un’esposizione inversa sulla volatilità attesa attraverso un paniere di futures S&P500 VIX quotati sul CBOE. Il rendimento dell’indice è dato dalla performance di un paniere di contratti future a breve termine (scadenze da uno a due mesi) sull’indice VIX, maggiorato della performance cumulativa dei titoli del Tesoro statunitensi a 3 mesi (3-month T-Bill). La determinazione del peso della componente short del paniere sottostante avviene attraverso l’utilizzo di un algoritmo quantitativo che, in base alla situazione del mercato, mira a ridurre il rischio connesso alle caratteristiche dell’indice. In questo caso si cerca di proteggere l’investimento da movimenti avversi (cioè al rialzo) della volatilità spostandosi, quando necessario, da una posizione parzialmente short sulla volatilità ad una posizione di piena liquidità.
Per tutti questi ETF sulla volatilità l’investitore risulta esposto al rischio di cambio euro/dollaro in quanto gli ETF sono negoziati in euro, mentre gli indici sottostanti sono denominati in dollari.