Torna la febbre dell’M&A. Bbva e Intesa riaccendono la luce sulle strategie di espansione
Chi pensava che il risiko potesse essere un gioco da tavolo buono per Natale, dovrà ricredersi. In Borsa è già tempo di shopping. La corsa agli sportelli è entrata nel vivo. E’ il colpo grosso di Bbva a riaccendere la luce sulle strategie di espansione, dopo due anni pesantissimi in cui le banche (e non solo) hanno pensato solo a tagliare. Il secondo gruppo bancario spagnolo ha annunciato di avere acquistato il 24,9% della prima banca turca, Garanti Bankasi per un importo di 4,2 miliardi di euro. Bbva dovrà ricorrere ad un aumento di capitale da 5 miliardi di euro, con uno sconto del 29% per mandare in porto l’operazione. La banca spagnola ha raggiunto un accordo con l’altro azionista di riferimento, il gruppo Dogus anch’esso al 24,9%, per la gestione congiunta di Garanti: Bbva acquisterà pertanto il 18,6% di Garanti da General Electric ed il restante 6,3% dallo stesso gruppo Dogus.
Anche in Italia c’è gran fermento per la gara giunta al rush finale per Polbank. Intesa Sanpaolo sarebbe in corsa, anche se dovrà affrontare la concorrenza dei francesi di Bnp Paribas e degli svizzeri di Raiffeisen. Eurobank ha messo in vendita una percentuale compresa tra il 50 e il 75% della sua partecipazione in Polbank, istituto che dispone di 344 filiali e ha una quota sul mercato polacco dei prestiti pari al 4,5% e nella raccolta del 2,5%, oltre che un patrimonio di 400 milioni. Ancora una decina di giorni e l’11 novembre gli advisor Rothschild e Goldman Sachs apriranno le buste: avranno sul tavolo tutte le offerte vincolanti. Intesa potrebbe giocare d’anticipo: ha in programma qualche giorno prima i consigli che potrebbero decidere la presentazione dell’offerta (il 9 novembre è in calendario il board per l’approvazione dei conti del terzo trimestre), anche se negli ambienti finanziari c’è chi dice che la missiva contenente l’offerta sarebbe già partita da Piazza Scala.
Non è la prima volta che Intesa cerca fortuna in Polonia: quest’estate Ca’ de Sass aveva, infatti, partecipato alla corsa per un’altra banca di Varsavia, la Zachodni, ma aveva poi rinunciato a causa del prezzo troppo alto richiesto dal venditore, il gruppo irlandese Aib. Adesso l’istituto guidato da Corrado Passera ci riprova, anche se sarà ancora una volta il prezzo a dettare la linea di condotta. “La Zachodni è stata valorizzata quattro volte il book value, qui le cifre in gioco sono diverse. Polbank è una banca più piccola, Intesa SanPaolo ha una buona capacità di spesa, ma si dovrà confrontare con una potenza di fuoco come Bnp. Non è una partita che si gioca sul velluto”, commenta un analista di una primaria banca estera interpellato da questa testata.
“Ipotizzando una valutazione di 2,5 volte il book l’impatto negativo sul Core Tier 1 sarebbe di 25 punti base”, calcolano gli analisti di Equita che su Intesa confermano il rating buy e target price di 3,5 euro. “Pensiamo – aggiunge il broker – che il mercato riterrebbe rischioso entrare in un mercato dove i competitors hanno già posizioni molto forti, da Unicredit con Bank Pekao al Santander, da Bnp e da alcune banche locali molto forti”. Ad ogni modo c’è chi pregusta una nuova stagione dell’M&A alle porte. Come segnala un sales di Cantor Fitzgerald in estate si è assistito ad un forte incremento dell’attività di M&A a livello globale. Tra luglio ed agosto sono stati conclusi deal per un valore di 200 miliardi di euro euro.
“Ora la nuova iniezione di QE e la riserva di liquidità di molte società potrebbe far ricominciare i processi di consolidamento”, prosegue l’operatore. A suo avviso il settore pharma è quello che potrebbe, in ambito europeo, dare la maggior spinta: accanto alla svizzera Actelion un altro target identificato è la Orion (Finlandia). Ma non è l’unico. A suo avviso anche il comparto dei servizi potrebbe essere un target opa con il gruppo Accor come buyer, mentre Whitbread potrebbe venire scalata e successivamente spin-offata nelle 3 divisioni.
Tanta carne al fuoco, anche se al momento è il mondo bancario a inviare i maggiori segnali di dinamismo. Se la stagione dei conti dovesse centrare le attese, l’attivismo potrebbe continuare. Gli analisti di Ubs prevedono che le banche italiane nel terzo trimestre 2010 inizieranno a beneficiare della crescita dell’Euribor e di una certa normalizzazione nel trading: le commissioni dovrebbero risultare modeste vista la stagionalità, mentre gli accantonamenti dovrebbero iniziare a scendere gradualmente. Per gli esperti della boutique svizzera la guidance dei vari istituti dovrebbe essere più positiva rispetto ai trimestri passati, anche grazie al miglioramento della qualità dell’attivo.