Notizie Notizie Italia Top & Flop 2011: quando gli esperti falliscono

Top & Flop 2011: quando gli esperti falliscono

30 Dicembre 2011 13:14

E’ il momento dei bilanci.

E fanno male.

Sì, perché le tre asset class regine del 2011 molto difficilmente saranno quelle che gli investitori si sono sentite proporre dal promotore di fiducia un anno fa. E nemmeno risultano tra i consigli top degli strategist delle banche d’affari.

Cosa ha fatto meglio nel 2011? Finanza.com lo ha indagato scandagliando le performance di tutte le asset class mondiali attraverso il terminale Bloomberg:
 
primi i Treasury statunitensi (nonostante gli Usa siano passati anche per un downgrade al rating tripla A), secondi i Bund tedeschi e in terza posizione l’oro.

I titoli di Stato decennali degli Stati Uniti chiudono l’anno con una performance di circa il 17%, il decennale tedesco con un +13% circa e l’oro, nonostante la flessione delle ultime sedute con un +9 per cento.

Si è salvato poco altro, e sempre nel mondo delle materie prime o dei bond: il Brent (+9% circa da inizio anno), i bond emergenti (+7% circa il JPM EMBI emerging debt), i bond societari ad alto rischio e alto rendimento (+4% circa l’indice ML Global high yield bonds).
 
Un ottimo anno quindi per i detentori di bond? Per molti ma non per tutti. Sicuramente non per i risparmiatori italiani. I “bond della casa” escono infatti dal 2011 con le ossa rotte e la peggior performance dal 1992. Per i titoli italiani la flessione è complessivamente del 5,7%. Una performance migliore di quella dell’azionario dato che il Ftse Mib ha perso nel 2011 quasi un quarto del suo valore portando il passivo degli ultimi 10 anni a quasi il 53%, e meglio della maggior parte degli indici azionari mondiali. Ma è pur sempre una magra consolazione.

Certo c’è chi ha fatto ancora peggio. E in questo caso emergono anche dei semi-insospettabili. Le materie prime su tutte, con il rame che ha ceduto quasi il 25% del suo valore, e il CRB Commodities Index, in ribasso del 17%. Peggio ancora hanno fatto le derrate agricole: l’indice Gsci sulle soft commodity ha perso quasi il 18%.
 
I tanto decantati mercati emergenti sono quelli che invece hanno regalato le maggiori delusioni agli investitori sull’azionario. L’indice Msci Emerging ha ceduto circa il 20%, l’Msci Asia ex Japan il 17% contro il -8% dell’indice Msci sull’azionario dei Paesi sviluppati, dove spicca la sostanziale parità dell’S&P500 statunitense.

Commodity e mercati emergenti. Proprio le due asset class che un anno fa venivano citate come tra le più promettenti. Ce n’è abbastanza per tenersi alla larga dagli outlook sul 2012 che in questi giorni la fanno da padroni su siti web e quotidiani.
 
(tutti i dati riportati sono in valuta locale)