Tim: torna appeal speculativo con CdP e rumor Persidera. E de Puyfontaine apre a scorporo rete
Il titolo Telecom Italia torna a beneficiare dell’appeal speculativo e si conferma il migliore dell’indice Ftse Mib. Per la prima volta il presidente Arnaud de Puyfontaine apre all’ipotesi dello scorporo della rete, mentre montano indiscrezioni su una possibile vendita della quota di maggioranza detenuta da Tim in Persidera: una transazione che, secondo diverse fonti, vedrebbe Barclays, Credit Suisse e Lazard al lavoro, e che potrebbe fruttare alla compagnia telefonica tra i 350 e i 400 milioni di euro. Telecom non accetterebbe infatti una valorizzazione di Persidera inferiore ai 350 milioni di euro.
Tra gli interessati all’acquisto della partecipazione ci sarebbero Vodafone e Sky. Al dossier Persidera guarderebbero anche fondi infrastrutturali come Macquaire, F2i, Clessidra e la famiglia Benetton.
Il tutto, mentre sono ancora fresche le dichiarazioni rilasciate dal numero uno di CdP (Cassa Depositi e Prestiti), Claudio Costamagna, che non ha escluso la possibilità che l’ente entri in Telecom Italia nel caso in cui il governo ne facesse richiesta, nell’ambito dell’esercizio del golden power. Si ricorda che nelle ultime ore La Stampa ha riportato altre indiscrezioni, secondo cui la Cassa depositi e prestiti potrebbe decidere di investire in Sparkle, anche se proprio i recenti commenti di Costamagna indicano che l’istituto possa avere piuttosto una mira sull’intera Telecom.
Intanto oggi de Puyfontaine – che è anche AD di Vivendi, il colosso francese delle tlc che è azionista di maggioranza di Telecom Italia, con una partecipazione del 23,9% – a margine del Digital Summit di EY in corso a Capri, ha risposto di “non avere alcun pregiudizio su niente” a chi gli domandava se avesse pregiudizi sullo scorporo della rete.
Il dirigente ha mostrato una totale apertura a trattare il tema con il governo italiano:
“Voglio essere disponibile a incontrare il governo per spiegare la visione di Vivendi su Tim. Voglio essere visto come ambasciatore della Francia in Italia“, anche perchè l’obiettivo di Vivendi “è prendere la migliore decisione per l’azienda e per tutti gli stakeholder”. E per “stakeholder intendo governo, regolatori, clienti e l’Italia come paese perchè Tim è qualcosa di molto importante per l’Italia”.
“La convergenza – ha rimarcato – è centrale per la strategia del primo azionista di Tim per costruire un potente media group focalizzato sul Sud Europa”.
“Noi – ha aggiunto – ci stiamo espandendo in Italia perchè si tratta di un mercato dove vediamo grandi opportunità di sviluppare una infrastruttura che permetterà a pubblico e clienti di usare le reti fisse e mobili per accedere a contenuti di alta qualità a pagamento”.
Il presidente di Telecom Italia ha anche voluto rigettare le recenti speculazioni sul ruolo dei francesi nell’azienda:
“Gli ultimi mesi sono stati accidentati, come minimo. Mi sto chiaramente riferendo alle intense speculazioni che hanno avvolto il ruolo di Vivendi in Tim. Ma voglio essere cristallino: queste speculazioni sono completamente lontane dalla realtà. Inoltre Vivendi ha agito nello stretto rispetto della regolazione e delle leggi. Infine, devo dire che Tim è impegnata ad avere una collaborazione costruttiva con le istituzioni e i regolatori”.
De Puyfontaine ha affermato infine di star lavorando, insieme al nuovo AD di TIM appena nominato, ovvero ad Amos Genish, a un nuovo piano strategico per Telecom. “Presto saremo più precisi”, ha detto.
Occhio alla recente nota di Mediobanca, che ha un rating “outperform” su Telecom e un target price di 1,34 euro:
“Per quanto concerne il potenziale investimento di Cassa Depositi e Prestiti in Tim, continuiamo a ritenere che lo scorporo della rete di linea fissa in stile Inwit permetterebbe a Telecom Italia di cristallizzare il valore dell’asset, ridurre il debito, mantenendo contestualmente una forte governance. Aziende controllate dallo stato potrebbero alla fine entrare nel capitale della nuova newco (in questo modo, il cash necessario per assicurarsi una quota rilevante sarebbe decisamente inferiore all’ammontare richiesto per investire direttamente nel capitale di TIT), o ci potrebbe essere una integrazione con altri operatori”.
Telecom Italia sale a Piazza Affari nel primo pomeriggio dell’1,38%, a 0,7715 euro.