TIM: guai per Bolloré nel giorno assemblea. Intanto CDP sale nel capitale

La notizia dello stato di fermo del finanziere bretone Vincent Bolloré – con conseguente tonfo delle quotazioni della holding di famiglia Gruppo Bolloré – arriva proprio nel giorno dell’assemblea degli azionisti di TIM: un’assemblea svuotata di significato, vista la decisione del giudice, arrivata ieri, di accogliere il ricorso presentato dal CDA di Tim e da Vivendi contro la scelta del collegio sindacale di integrare nell’ordine del giorno le richieste del fondo Elliott (proposta di revoca e sostituzione di sei consiglieri).
Mentre le agenzie di stampa battono le dichiarazioni dei vertici di Telecom Italia, è escluso dunque un colpo di scena nell’assemblea di oggi. La partita TIM-fondo Elliott è stata praticamente rimandata al prossimo 4 maggio.
Tuttavia, una sorpresa che fa il giro del mondo e che riguarda la galassia di Vivendi, o meglio il suo azionista di maggioranza, c’è: è quella, appunto, dei guai giudiziari che travolgono il patron Bollorè.
Il finanziere si trova al momento in custodia cautelare a Nanterre, nella periferia occidentale di Parigi, per sospetta corruzione nelle attività in Africa. Il sospetto è che, nel 2010, il Gruppo Bolloré abbia corrotto alcuni funzionari pubblici stranieri, attraverso la sussidiaria pubblicitaria Havas, al fine di ottenere le concessioni per la gestione dei porti di Conakry (Guinea) e Lomé (Togo).
L’ipotesi è che Havas abbia facilitato l’elezione di alcuni funzionari africani fornendo servizi di comunicazione a prezzi scontati, per ottenere proprio la gestione di quei porti.
Immediata la reazione del titolo del Gruppo Bolloré, che alla borsa di Parigi soffre un tonfo superiore a -8%, a dispetto del comunicato diramato dalla holding, in cui si legge che Bolloré avrà modo di “chiarire in modo utile alla giustizia queste questioni, già oggetto di una expertise indipendente che ha concluso la perfetta regolarità delle operazioni”.
Fino a che punto, ci si chiede a questo punto, il caso Bolloré condizionerà la partita tra il fondo Elliott e Vivendi?
Intanto si apprende che Cassa depositi e prestiti è salita nel capitale del gruppo telefonico al 4,78%, rispetto al 4,26% precedente. Dalla lettura del libro soci risulta che Vivendi è stabile al 23,94%, così come il fondo Elliott all’8,85%.
Proprio il rappresentante del fondo attivista di Paul Singer, nel prendere la parola nel corso dell’assemblea, conferma tutta la sua intenzione di dare a Telecom Italia un futuro diverso.
Ennesima critica alla gestione di Vivendi in TIM, con una governance definita “inadeguata”.
“L’assemblea del 4 maggio farà voltare pagina alla società”, promette Elliott. E chissà che i guai del patron di Vivendi Vincent Bolloré non finiscano per far allontanare altri azionisti dalla galassia Vivendi.