Terrorismo: la lunga lista dei modi con cui si finanzia l’Isis, è allarme sui circuiti extra-bancari
Come si finanzia il terrorismo internazionale? I canali sono molteplici e in gran parte si diramano su circuiti internazionali di pagamento non bancari e quindi di difficile tracciabilità attraverso gli strumenti standard per l’antiriciclaggio. Il Centro Internazionale Studi Luigi Sturzo ha cercato di fare un po’ di luce sulle modalità di finanziamento dell’Isis e in generale sui flussi finanziari che sostengono il terrorismo internazionale. La premessa d’obbligo è che risulta estremamente difficile tracciare con gli strumenti standard per l’antiriciclaggio i movimenti di denaro legati a organizzazioni sovversive. Nel 2015 in Francia appena 7 segnalazioni su più di 38mila casi, in Italia solo 98 su 71mila. “Più che individuare le basi logistiche, è opportuno interrompere l’approvvigionamento di denaro. Ma serve una riforma dei controlli finanziari con nuovi indicatori di anomalia”, rimarca il rapporto realizzato dal Centro Internazionale Studi Luigi Sturzo.
La lista delle modalità in cui si muovono i flussi di denaro è alquanto lunga: finte rimesse di denaro; utilizzo di circuiti internazionali di pagamento non bancari; raccolte di soldi mascherate; attività religiose o commerciali truccate; vendita di petrolio in nero e commercio di reperti archeologi trafugati. E ancora: sequestri di persona e traffico di droga. “Il finanziamento al terrorismo cresce e sfugge ai controlli standard, quelli previsti per l’antiriciclaggio e oggi utilizzati per individuare anche i flussi finanziari destinati a sostenere le organizzazioni sovversive. Capitali di enormi dimensioni si muovono, ma non vengono intercettati”, sottolinea il rapporto realizzato dal Centro Internazionale Studi Luigi Sturzo, secondo il quale mentre aumenta il terrore, dopo i fatti di Parigi della scorsa settimana, esistono criticità in particolare sul tracciamento degli spostamenti finanziari di dubbia provenienza.
I numeri
A fronte di un aumento d’intensità delle attività criminali terroristiche organizzate, il Rapport Annuel D’Activitè Tracfin 2014 del Ministero delle Finanze francese indica soltanto sette segnalazioni per operazioni sospette di finanziamento del terrorismo, rispetto a 38.419 segnalazioni. La Banca d’Italia (Unità d’Informazione Finanziaria), nel rapporto semestrale 2015, riferisce, per l’anno 2014, il numero complessivo di 71.758 segnalazioni, di cui solo 93 legate a operazioni sospette di finanziamento del terrorismo. Il dato tendenziale è in decrescita solo per quelle di finanziamento del terrorismo. Infatti, le segnalazioni in tale settore nel 2010 sono state 222, nel 2011 sono passate a 205, l’anno successivo diminuite a 171, nel 2013 solo 131 e 93 appena nel 2014.
Vendita di petrolio in nero, finte raccolte di fondi e attività commerciali mascherate
La mappa sul finanziamento al terrorismo tracciata dal Centro Sturzo mette in risalto anzitutto come le organizzazioni sovversive reperiscano fondi assai importanti. Si tratta di risorse destinate all’acquisto e detenzione di armi, esplosivi, documenti d’identità, trasporti, auto, covi, complici, strumenti di comunicazione e logistica internazionali. Le attività terroristiche richiedono movimentazione di denaro che passa di mano in mano, transita, diventa operazioni commerciali e finanziarie. Secondo le analisi tecniche, questi capitali provengono a volte da illecito, a esempio la vendita di petrolio in nero, di reperti archeologici trafugati, di proventi dei sequestri di persona e del traffico illecito di droga e persone. Altre volte sono finte rimesse, mediante circuiti internazionali di pagamento non bancari, tutte sotto soglia a persone spesso inesistenti. In alcuni casi si tratta di apparenti raccolte di denaro di fatto consegnate a terroristi mediante la copertura di rispettabili attività religiose o di attività commerciali o finanziarie, sostanzialmente false.
Flussi di finanziamenti difficili da intercettare
Dopo gli attentati di Parigi, l’attenzione si è concentrata sulla localizzazione delle basi logistiche tra la Francia e il Belgio. La criticità, tuttavia, non è legata al solo controllo delle frontiere interne ed esterne; il tema rilevante è quello dei capitali e dei processi economici che rendono possibili le stragi. “Bloccare i flussi finanziari può rivelarsi decisivo per interrompere la strategia del terrore e le attività criminali – prosegue il rapporto pubblicato oggi – si possono neutralizzare singoli terroristi o gruppi di essi, ma la loro sostituzione avverrà fin quando il meccanismo economico criminale di supporto sarà attivo, cioè fin quando ci sarà la disponibilità di capitali di finanziamento per l’organizzazione terrorista. Più che individuare le basi logistiche, è fondamentale stoppare il denaro: la criticità non è legata a solo controllo delle frontiere interne ed esterne; il tema rilevante è quello dei capitali necessari a sostenere le attività sovversive. Ma è necessaria una svolta. Secondo il Centro Sturzo, il modello di prevenzione costruito sull’archetipo dell’antiriciclaggio è in difficoltà rispetto al mimetismo del sistema di finanziamento del terrorismo. Serve un nuovo modello di analisi legato a altri indicatori dell’anomalia finanziaria delle operazioni, dei profili soggettivi di chi ne è autore o beneficiario, dei luoghi di provenienza e destinazione dei fondi”.