Il terremoto in Generali scuote anche Mediobanca e Alleanza

La speculazione continua a spingere Generali (+5,1% a 32,77 euro), che già ieri era stato il miglior titolo sull’S&P/Mib. In ascesa non sono però solo le quotazioni del Leone di Trieste, bene fanno pure le azioni della controllata Alleanza (+3,4% a 9,45 euro) e di uno degli azionisti di riferimento: Mediobanca (+4,7% a 16,05 euro).
Determinante per il ritorno di interesse sul titolo è la lettera fatta pervenire a Generali dal fondo Algebris, con cui l’hedge fund londinese ha contestato la struttura di governo societario della compagnia, l’incerta creazione di valore del piano industriale e i conflitti di interesse con Mediobanca.
La possibilità di un rimescolamento di carte in Generali piace dunque al mercato, specie nella prospettiva di veder consolidare attorno ad Algebris un nucleo di altri fondi azionisti, e giungere, come nel caso di Abn Amro a un braccio di ferro.Non si può dimenticare infatti che Algebris è affiliato a quel The Children Investment’s Fund (Tci), il cui intervento su Abn Amro ha innescato la successiva battaglia per il controllo tra Barclays e il consorzio Rbs – Santander- Fortis.
“Certamente l’apertura al dialogo mostrata ieri da Generali – spiegano da Allianz Bank – è un fatto positivo e dovrebbe contribuire ad un rilancio delle quotazioni. Riteniamo tuttavia che, nel caso di Abn Amro, Tci abbia potuto far leva su un azionariato frammentato che poneva in discussione il controllo del Gruppo, mentre, per quanto riguarda Generali, la presa di Mediobanca appare decisamente solida. Per la compagnia di assicurazioni non sarebbero dunque immaginabili, almeno in tempi brevi, sconvolgimenti estremi. “A nostro avviso – sottolineano comunque gli stessi analisti – Mediobanca potrà indirettamente beneficiare del ritorno di interesse su Generali”.
Chi proprio non crede a ipotesi speculative sono gli analisti di Euromobiliare, che tuttavia aggiungono: “A questi prezzi il titolo (Generali) è da comprare sui fondamentali”.
Come accennato lo scatto in avanti riguarda anche la controllata di Generali, Alleanza. In un’ipotesi estrema, come ha spiegato un analista contattato da Finanza.com, l’incorporazione di Alleanza svolgerebbe infatti un ruolo difensivo nei confronti di eventuali scalatori.
Algebris detiene in Generali una quota dello 0,3% e opzioni per salire all’1%, ma secondo indiscrezioni di stampa potrebbe avviare consultazioni con altri soci Generali per raggiungere il 10% del capitale e convocare un’assemblea sulla governance.
Secondo quanto si è letto nella lettera di Algebris, il potenziale di Generali sarebbe frenato dall’attuale governance, a causa della quale Generali esprimerebbe “solo il 60% dei propri utili potenziali”. Per dimostrare la minore creazione di valore per gli azionisti, il fondo ha messo a confronto Generali con Axa e Allianz negli ultimi 3,4 e 5 anni evidenziando un rendimento per gli azionisti del 30% inferiore rispetto alle due maggiori compagnie di assicurazione europee. Algebris chiede dunque “l’individuazione di obiettivi a 3-5 anni in termini di utili per azione, dividendi per azione, risultato operativo e combined ratio, e una riduzione significativa della componente fissa di remunerazione del top management. Riguardo a quest’ultimo punto il fondo si è concentrato in particolare sul compenso del presidente Bernheim, nettamente superiore a quello dei suoi colleghi di Allianz o Axa “senza una chiara giustificazione”. Il fondo propone poi il passaggio a un assetto composto da un presidente non esecutivo, un solo amministratore delegato e figure responsabili per le funzioni chiave del gruppo. Le modifiche proposte, secondo la tesi di Algebris, consentirebbero di veder crescere i profitti netti del 2009 dai 3,8 previsti a 4,5-5,5 miliardi di euro.