Notizie Notizie Italia Terremoto in Emilia: i danni li pagherà lo Stato, ma potrebbe essere l’ultima volta

Terremoto in Emilia: i danni li pagherà lo Stato, ma potrebbe essere l’ultima volta

21 Maggio 2012 11:38

Dopo la paura e il dolore, gli abitanti dell’Emilia Romagna colpiti dal terremoto di sabato notte non rischieranno almeno l’atroce beffa di veder sfumare gli aiuti statali per la ricostruzione.

Una cosa non del tutto scontata visto che da pochi giorni è entrato in vigore un Decreto Legge per effetto del quale lo Stato non risarcirà più i cittadini per i danni da calamità naturali, introducendo così la responsabilità diretta del cittadino nella tutela dei propri beni.

Si tratta del Decreto Legge 15 maggio 2012 n. 59 che è entrato in vigore il 17 maggio e che reca disposizioni urgenti per il riordino della protezione civile, focalizzandosi sulle coperture assicurative su base volontaria contro i rischi di danni derivanti da calamità naturale. Il decreto prevede l’estensione della copertura assicurativa del rischio calamità naturali nelle polizze che garantiscono i fabbricati  privati  contro qualsiasi danno” ed è stimolato da incentivazione fiscale. L’intervento statale è invece escluso anche in via parziale per i danni subiti dai fabbricati.

Un tempismo sinistro, quello del Decreto, che non interesserà però gli abitanti dell’Emilia Romagna. Lo ha spiegato a Finanza.com, Adolfo Bertani, Presidente di Cineas, Consorzio Universitario che si occupa della cultura del rischio. Il Decreto è infatti in una fase di transizione e necessiterà di decreti attuativi entro 90 giorni.

Da lì in poi chi non avrà stipulato una copertura sugli eventi catastrofali non avrà diritto a nessun tipo di risarcimento, anche se ci sarà comunque un paracadute pubblico, come in tutto il resto d’Europa. “Lo Stato – chiarisce Bertani –  interverrà con accise sulla benzina nel caso di eventi di tale entità che non potrebbero essere assicurati. Lo Stato sarà quindi l’assicuratore di ultima istanza”.

Quanto costerebbe una copertura di questo tipo?
A oggi solo alcune compagnie offrono coperture di questo tipo. Ma che tipo di costo potrebbe comportare per un italiano affiancare alla polizza incendio della casa anche la copertura contro le calamità? “Secondo l’Ania – risponde Bertani – il costo medio si aggirerebbe in media sui 200 euro l’anno. Ma i costi da affrontare non saranno uniformi. Se il provvedimento dovesse scattare a livello nazionale bisognerà tarare le diverse aree del Paese, ossia i premi non saranno uguali per tutti, ma pagheranno di più le zone più a rischio”.

Il commento dell’esperto
“Certamente non è il momento migliore per parlare in maniera serena di questo tema, ma questo decreto rappresenta una svolta epocale. Si passa da welfare state a welfare community”, spiega Bertani. Questo principio – prosegue l’esperto – stimolato da incentivazione fiscale, è senza dubbio una svolta che va nella direzione giusta ma deve essere abbinato da una campagna informativa. In tutta Europa esiste un sistema di questo tipo”.

L’esperto è invece meno convinto dell’aspetto volontaristico della polizza. “La situazione attuale, infatti,  vede assicurate per incendio solo il 35/40% delle abitazioni civili. Introducendo, invece, una sorta di “semi obbligatorietà” – legando ad esempio la garanzia calamità naturali alla polizza incendio -la stipulazione di queste  polizze verrebbe accelerata (in un anno le coperture per calamità  naturali sarebbero pari a quelle per incendio). Viceversa, con un regime su  base esclusivamente “volontaria”, il pericolo è che le Compagnie Assicurative si prendano i rischi migliori, scegliendo chi assicurare e come, evitando di stipulare polizze nelle aree maggiormente a rischio di calamità naturali. Il sistema volontaristico non permetterebbe inoltre di centrare l’importante obiettivo dell’invarianza del gettito fiscale. Va detto anche che la cultura non si cambia per decreto, ma è necessario mettere in atto una campagna massiccia di informazione e cultura della prevenzione del rischio. Lo Stato, con una tempestiva emanazione di regolamenti di attuazione e chiarificatori, e  il cittadino, con un maggior senso di responsabilità nel tutelare proattivamente i propri beni, possono ognuno per la propria parte contribuire al cambiamento”.
 
Un cambiamento che, nonostante un costo immediato, a conti fatti potrebbe essere salutato con favore, almeno valutando i risultati di una indagine di Cineas sugli italiani che in passato sono stati colpiti da un evento catastrofico: il 70% dice che il sistema attuale non va bene e il 75% sarebbe favorevole a un sistema misto pubblico/privato.

Il testo integrale del Decreto può essere letto qui