Telefonici sotto pressione tra le due sponde dell’Atlantico
Titoli telefonici sotto pressione in Europa e Usa in scia ai conti trimestrali e alle deboli previsioni per il futuro. Lo Stoxx Europe 600 Telecommunications è il peggior indice settoriale del Vecchio continente, mostrando un calo di quasi il 2%, mentre Oltreoceano il comparto è appesantito da Verizon Communications che nel pre-market perde oltre 2 punti percentuali. A sostenere l’umore degli investitori nel campo della telefonia sono invece i big delle apparecchiature tlc, che con smartphone e iPhone non temono la crisi. L’unica eccezione potrebbe essere Nokia.
In terra europea, l’allarme utili lanciato questa mattina dall’olandese Kpn ha mandato in tilt il settore delle telecomunicazioni. Alla luce delle deboli performance domestiche, la società telefonica di Amsterdam prevede per il 2011 un margine operativo lordo (ebitda) 2011 pari a circa 5,3 miliardi di euro contro i 5,47 miliardi conseguiti nel 2010. Gli analisti indicavano un ebitda pari 5,42 miliardi. “Siamo di fronte ad alcuni trend negativi nei Paesi Bassi”, ha dichiarato il numero uno di Kpn, Eelco Blok. La compagnia ha inoltre fatto sapere che taglierà la forza lavoro del 20/25% nei Paesi Bassi nel periodo 2011-2015.
E’ un profit warning molto serio. Questo il commento che arriva dagli analisti di Sns Securities. “E’ stato causato da alcuni cambiamenti strutturali nel mercato e colpisce le attività di telefonia mobile del gruppo in Olanda, attività che rappresentano il principale generatore di flusso di cassa per il gruppo”. L’allarme utili di oggi ha indotto gli esperti a rimettere mano sia al target price sia al rating. La raccomandazione su Kpn è così scesa da “buy” a hold”, mentre la valutazione è stata corretta verso il basso, passando a 11,5 dai precedenti 14 euro. Prima dell’apertura dei mercati il gruppo delle tlc ha anche presentato i numeri del primo trimestre dell’anno, archiviato con vendite in calo dell’1,3% a 3,24 miliardi di euro. In contrazione anche l’ebitda che è scivolato a 1,27 miliardi (-4,1%). I profitti sono invece saliti a quota 591 milioni beneficiando di un’indennità fiscale straordinaria pari 150 milioni.
Guardando Oltreoceano è Verizon Communications a trascinare al ribasso il comparto. Prima dell’apertura dei Wall Street la seconda maggiore compagnia telefonica statunitense ha alzato il velo sui conti. Il primo trimestre dell’anno si è archiviato con un utile netto per azione (Eps) di 0,51 dollari, in rialzo rispetto agli 0,16 dollari dello stesso periodo del 2010 e sostanzialmente in linea con le stime degli analisti ferme a 0,50 dollari. I ricavi sono rimasti stabili a 27 miliardi di dollari. Nessuna sorpresa nemmeno dai conti della rivale AT&T, che ieri ha riportato numeri in linea con il consenso. Il gruppo ha visto i ricavi salire del 2,3% a 31,25 miliardi di dollari e l’utile netto per azione (Eps) attestarsi a 0,57 dollari. Su base adjusted i profitti si sono attestati a 0,58 dollari. Le attese degli analisti erano ferme a 31,21 miliardi di dollari per i ricavi e a 0,57 dollari per l’eps rettificato.
Ad aiutare la performance di entrambe le compagnie telefoniche Usa sarebbe stato l’iPhone. Le vendite del melafonino nei primi tre mesi dell’anno sono state pari a 18,7 milioni di unità (+113%), oltre le stime del mercato ferme a 16,3 milioni di unità. E secondo Cheuvreux saranno proprio iPhone, smartphone e tablet a sostenere i numeri dei gruppi specializzati in apparecchiature telefoniche come Alcatel-Lucent e Ericsson, mentre si potrebbero vedere ancora difficoltà per Nokia, che “manca finora di soluzioni competitive”.
Il gruppo finlandese dei telefonini ha registrato nel primo trimestre dell’anno un utile netto (reported) di 0,09 euro per azione, invariato rispetto a quello dello stesso periodo del 2010, mentre i ricavi sono saliti del 9% a 10,4 miliardi di euro. Le attese degli analisti erano ferme a un Eps di 0,051 euro su ricavi pari a 10,1 miliardi. Per quanto riguarda la partnership con Microsoft per lo sviluppo del suo prossimo smartphone, Nokia ha fatto sapere che procede senza intoppi. Le due società hanno fatto firmato l’accordo definitivo prima della scadenza fissata dai due lo scorso 11 febbraio.