Telecom Italia vara scorporo rete, piano Genish non riserva sorprese con target finanziari conservativi
Niente sorprese dal nuovo piano di Telecom Italia che punta su digitalizzazione e contenimento dei costi. E’ arrivato come previsto il via libera al processo di separazione della rete attraverso la creazione di una società ad hoc, controllata al 100%. I target finanziari risultano abbastanza conservativi con ricavi visti stabili ed ebitda in moderata crescita nel triennio. Nessun annuncio relativo a ritorno del dividendo e conversione azioni risparmio, tra le possibili sorprese ventilate dagli analisti.
Ieri il titolo Telecom Italia era schizzato in avanti di quasi il 6% con la notizia del possibile ingresso nell’azionariato del fondo Elliott al fine di contrastare la strategia di Vivendi, azionista di riferimento della tlc italiana.
Nel triennio 2018-2020 investimenti per 9 mld in Italia, fibra nell’80% delle case
Tra i cardini del nuovo piano DigiTIM 2018-2020 approvato ieri da Telecom Italia c’è la digitalizzazione di tutti i processi, incremento della generazione di cassa, creare valore attraverso un’attenta disciplina finanziaria basata sul controllo dei costi e l’ottimizzazione degli investimenti.
L’utilizzo di data analytics permetterà a TIM, da un lato di migliorare l’efficienza degli investimenti dando priorità a quelli a maggior valore, e facendo leva sull’infrastruttura di rete UBB già esistente; dall’altro di incidere sull’80% degli OPEX in Italia con opportunità di efficienza. Nell’arco del piano, TIM raggiungerà in Fibra l’80% delle unità abitative e 100 città con tecnologia FTTH, grazie a un programma di investimenti cumulati in Italia pari a 9 miliardi di euro, di cui oltre il 50% in ampliamento dell’infrastruttura di rete e innovazione.
In Brasile, investimenti per circa 12 miliardi di reais (circa 3 mld di euro) nell’arco di Piano saranno dedicati all’ulteriore espansione dell’UBB. A fine 2019 il rapporto CAPEX/Sales sarà inferiore al 20% in Italia e pari a circa il 20% in Brasile entro il 2020.
Il piano DigiTIM 2018-2020 prevede quindi stabilità dei ricavi, in linea con le stime di consensus, ed ebitda visto in crescita “low-single digit” nel periodo 2017-2020. Per il 2018 confermata la stima di una significativa riduzione del rapporto debito/ebitda a circa 2,7 volte e una sua costante diminuzione nel 2019 e nel 2020. L’equity free cash flow consolidato è atteso in costante crescita nel triennio per un totale cumulato di circa 4,5 mld. In Italia le linee UBB Fisse (retail e wholesale) attese salire a circa 9 milioni a fine piano, mentre per il Brasile attesa una crescita dei ricavi da servizi e dei margini.
Conti 2017 con ebitda in calo
Il 2017 si è chiuso con ricavi consolidati per 19,8 miliardi, in crescita del 4,2% (+2,7% la variazione organica). Dato sostanzialmente in linea con il consensus (19,77 mld). L’Ebitda è sceso del 2,6% a 7,8 miliardi, con una marginalità scesa dal 42,1% al 39,3%, mentre in termini organici l’Ebitda scende del 3,7% e la marginalità diminuisce di 2,6 punti percentuali. L’Ebit, pari a 3,3 miliardi, si riduce dell’11,6%. L’utile netto scende da 1,8 a 1,1 miliardi complici oneri netti non ricorrenti per 714 milioni.
Scorporo rete con creazione società ad hoc
Il Consiglio di Amministrazione di TIM riunitosi ieri ha conferito mandato all’Amministratore Delegato Amos Genish di avviare l’iter formale per la notifica ad Agcom del progetto di separazione volontaria della rete di accesso fissa.
Il progetto prevede la creazione di un’entità legale separata (Netco) controllata al 100% da TIM, proprietaria della rete di accesso (dalla centrale alla casa dei clienti) e di tutta l’infrastruttura (edifici, apparati elettronici e sistemi IT) e dotata del personale necessario per fornire servizi all’ingrosso in maniera indipendente.
La Netco, rimarca Tim in una nota, avrà le risorse per mantenere una altissima qualità della rete e sostenere il Paese nel raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda Digitale Europea 2025 sulla banda ultra larga. L’iniziativa darà un contributo significativo al processo di digitalizzazione dell’Italia, contribuendo all’evoluzione dell’attuale quadro regolatorio. La creazione della Netco manterrà invariato il perimetro del Gruppo, ed avverrà in conformità e nel rispetto della disciplina del Golden Power.