Telecom Italia: d-day su rete unica, analisti plaudono alla svolta. Ma Bernabè vede tante incognite
E’ arrivato il d-day per Telecom Italia. Il cda della maggiore tlc italiana oggi è chiamato all’approvazione del deal FiberCop e del memorandum of understanding (MoU) con Cassa depositi e prestiti (Cdp) sulla rete unica. Lo schema dell’accordo dovrebbe vedere Tim al 50,1% della società che controllerà la rete unica; ma come contraltare a tale controllo ci sarà il ruolo di Cdp. Oltre alla scelta del presidente, Cassa Depositi e Prestiti in base al MoU dovrebbe ottenere un peso maggiore in consiglio e la possibilità di intervenire su investimenti e strategie.
Un accordo sotto la regia del governo italiano, desideroso di creare un’unica rete per colmare il divario digitale dell’Italia con TIM che unisca le forze con Open Fiber in modo da creare un campione nazionale che possa anche accedere alle risorse del Recovery Fund. All’inizio di questo mese, TIM aveva posticipato al 31 agosto la decisione di vendere il 37,5% della sua rete dell’ultimo miglio, FiberCop, a KKR per 1,8 miliardi di euro dopo che il governo ha chiesto più tempo per mediare l’ampio accordo di rete in vigore.
Via libera anche da Enel
Le ultime indicazioni del weekend vedono una posizione di supporto al deal anche da parte di ENEL, proprietaria del 50% di Open Fiber e che è sempre stata vista negli scorsi mesi come uno dei possibili freni a un accordo sulla rete unica. Enel però potrebbe presto lasciare il proscenio in quanto è attesa a brevissimo un’offerta vincolante da Macquarie. CDP, proprietaria dell’altro 50% di Open Fiber, eserciterebbe la prelazione per una piccola quota (tra l’1% e il 10%), prendendo così il controllo dell’asset e facilitando le successive negoziazioni sulla rete unica.
Il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha confermato in un’intervista a Il Sole 24 Ore che lo Stato giocherà a ruolo chiave nell’affrontare la strategia della rete unica, aggiungendo che il Governo vede 6 miliardi di euro di investimenti nella banda larga come parte del Recovery Fund. “La società di rete deve essere strategicamente e operativamente indipendente”, ha affermato il ministro aggiungendo che la governance sarà cruciale per questi obiettivi.
Anche Franco Bassanini, Presidente di Open Fiber, ha affermato che la governance è fondamentale e CDP deve svolgere un ruolo chiave, indipendentemente dalla quota che TIM avrà nella newco.
Proprio sul fronte governance gli ultimi rumor vedono TIM nominare l’Amministratore Delegato della nuova società, a CDP dovrebbe essere invece attribuita la facoltà di nominare il Presidente.
Patuanelli ha parlato anche di “confronto positivo” avuto con il CEO di ENEL e con i concorrenti di TIM e ha indicato anche 5G, data center e server di prossimità come elementi che faranno parte del piano.
La view degli analisti
Gli ultimi sviluppi stanno portando a una repentina accelerazione del progetto rete unica e gli analisti sono convinti che tale scenario sia assolutamente positivo per TIM. “La firma di un MoU rappresenterebbe una notizia estremamente positiva, inaspettata. I rapporti costruttivi segnalati tra CDP, il Governo, gli operatori terzi ed Enel rappresentano a nostro avviso un ulteriore elemento positivo, mentre la quota di controllo di TIM non rappresenta un problema se si presuppone una governance forte e trasparente”, asseriscono oggi gli analisti di Mediobanca Secutities che mantengono ‘outperform’ su Telecom con tp a 0,68 euro.
Gli ultimi elementi emersi in vista del cda odierno supportano le chance di successo dell`operazione. A detta di Equita SIM i risvolti positivi per TIM saranno principalmente due:
1) valorizza l’asset rete a multipli ben superiori a quelli di borsa del gruppo (8-9x nelle nostre stime vs. 5x per TIM), riducendo contestualmente il rischio di overbuild e competitivo portato da OF;
2) mette in evidenza la valutazione implicita sacrificata della restante parte del business domestico (ancora da stabilizzare, ma meno capital intensive dopo il deal). Ai prezzi di oggi, i multipli nelle nostre time passano infatti da 5x EV/EBITDA e 12x EV/EBITDA-CAPEX 2021 a 4.4x e 8.6x ex-FiberCop (anche più bassi in caso di conferimento della rete primaria).
Le perplessità di Bernabè
Sul dossier rete unica si esprime oggi Franco Bernabè, ex numero uno di Telecom Italia, che mostra una certa cautela. “Mi sorprende un po’ che venga dato per scontato l’esito di un progetto irto di ostacoli e su cui gravano molte incognite – argomenta Bernabè in un’intervista al quotidiano Repubblica – . Il processo coinvolgerà due grandi società quotate, Tim ed Enel, i cui cda dovranno valutarne la convenienza e le implicazioni, dei soggetti terzi, come il fondo Kkr e forse anche Macquaire, che badano principalmente al ritorno economico, e un investitore pubblico con soldi privati qual è la Cdp”. “A mio parere non basta un’indicazione di consenso politico per buttare il cuore oltre l’ostacolo”, taglia corto il manager attualmente alla presidenza di Cellnex.